70 Binladens – Le iene di Bilbao recensione film di Koldo Serra con Emma Suárez, Nathalie Poza, Hugo Silva e Bárbara Goenaga al CinemaSpagna 2020
Dopo aver partecipato alla regia della seconda stagione de La casa di carta, la fortunata serie targata Netflix ideata da Álex Pina, Koldo Serra con 70 Binladens decide di dedicarsi ad un’altra rapina in banca di ben più piccole dimensioni, scegliendo stavolta come location la sua Bilbao. Il regista basco, che aveva già dato prova delle sue abilità da cineasta di thriller anche a livello internazionale in The Backwoods – Prigionieri nel bosco (2006) e in Guernica (2016), questa volta torna alle origini concentrando la maggior parte delle riprese di questo action movie in una piccola banca della sua città natale.
Serra decide di chiarire sin da subito il significato dell’enigmatico titolo, 70 Binladens, che in gergo di strada rappresentano le banconote da cinquecento euro che tutti conoscono ma nessuno ha mai visto proprio come il famoso terrorista arabo. Dopo questa sintetica spiegazione, si entra da subito nel vivo della vicenda che vede come protagonista Raquel, interpretata dalla bravissima Emma Suárez, iconica attrice spagnola indimenticabile in Julieta (2016) di Pedro Almodóvar, che è disposta a tutto per ottenere dalla banca un prestito di 35mila euro.
Proprio quando sembra che il direttore della filiale si sia convinto ad erogarle la cifra desiderata, tutto cambia in un secondo con l’irruzione di Lola, interpretata da una portentosa Nathalie Poza – vincitrice del Goya come miglior attrice protagonista in No sé decir adiós (2017) – e Jonan (Hugo Silva), coppia di rapinatori intenzionati a portare avanti il colpo della vita. Da qui si innescano una serie di colpi di scena e di repentini cambi di programma in cui entrano a far parte anche i poliziotti Eva (Barbara Goenaga) e Carlos (Daniel Pérez Prada), che dalla piazza grigia e piovosa antistante la banca monitorano la situazione.
Aiutato sicuramente da un cast eccellente, dalla fotografia di Unax Mendia (Grand Piano) e dalla colonna sonora composta da Fernando Velázquez (Contratiempo), Serra ci regala un thriller che intrattiene fino all’ultimo, lasciando proprio all’epilogo la motivazione reale che ha spinto la protagonista ad agire con strategia ed astuzia, ricostruendo con uno abile montaggio di flashback, tutti tasselli del puzzle della storia.