La Rivincita delle Sfigate recensione del film di Olivia Wilde con Kaitlyn Dever, Beanie Feldstein, Jessica Williams, Jason Sudeikis e Lisa Kudrow
La Rivincita delle Sfigate (Booksmart) di Olivia Wilde, opera prima della regista nelle sale cinematografiche dal 21 agosto, racconta la storia di due liceali e migliori amiche, Molly (Beanie Feldstein) e Amy (Kaitlyn Dever), che alla vigilia del diploma si accorgono di aver trascorso i loro anni alle superiori a cercare di essere studentesse brillanti senza mai divertirsi. Le due ragazze, determinate a rimettersi in pari con i loro coetanei, alla vigilia del diploma, cercano di recuperare il divertimento perduto negli ultimi quattro anni in un’unica folle notte, sperimentando tutto ciò di cui hanno avuto paura fino a quel momento.
La Rivincita delle Sfigate ha come tema centrale le relazioni tra i ragazzi e l’immagine che essi sono tenuti a rappresentare nella società scolastica, presentando, quindi, tipologie stereotipate: il Bello, la Diva, gli Strafatti e, ovviamente, le Secchione Sfigate.
Molly e Amy appartengono a quest’ultima categoria. Sgobbano tutto il giorno, cercando di ottenere brillanti risultati per il futuro universitario.
Riescono nei loro intenti, non fosse per il fatto che anche Annabelle (Molly Gordon), detta “Tripla A”, “ragazza facile” è riuscita ad entrare a Yale, proprio come Molly.
Ed è così che la protagonista s’accorge che l’essersi assegnata un ruolo predefinito – quello della studentessa modello dedita a tutte le attività extra scolastiche, che non infrange mai nemmeno una regola – è stato inutile, oltre che castrante. Per questo, le due giovani diplomande decidono di riscattarsi ed avere una rivincita personale, da realizzare in un’unica notte.
Sebbene il messaggio sia, senza dubbio, nobile, il film avrebbe potuto approfondire maggiormente le tematiche trattate, oltretutto importanti, quali: l’immagine della persona, la sessualità, l’amore. Così facendo, a nostro giudizio, avrebbe portato una forte innovazione nel genere teen comedy.
Forti sono, invece, le personalità dei personaggi comprimari, come Il Fattorino Maniaco, interpretato da un brillante Mike O’Brien, che pur giocando un ruolo di pochi minuti, riesce comunque a rimanere impresso nella mente dello spettatore.
Il film risulta gradevole e divertente, grazie anche ad una forte complicità che si crea tra le due protagoniste, le quali creano alcuni momenti di esilarante imbarazzo.
Gaetano Balzano, Michele Balzano