Your Honor recensione del film di Andres Puustusmaa con Mait Malmsten, Märt Avandi, Sakari Kuosmanen, Sakarias Liukko e Mette Seppälä
Presentato al Roma Film Fest 14, Your Honor è un film estone dalle premesse banali e dallo svolgimento criptico. È difficile dilungarsi a parlare di un film che, partendo dal solito ribaltamento iniziale (il giudice tutto d’un pezzo commette un omicidio), diventa un surreale viaggio oniroide alla ricerca di sé che col Surrealismo autentico ha ben poco da spartire.
Il protagonista scappa in Finlandia, vivendo così una serie di esperienze surreali (l’incontro con un gruppo di donne in una sauna, un uomo accanto a lui vince 45 milioni alla lotteria e gli dona la sua macchina, aiuta una sconosciuta a tornare a casa e viene scambiato dal marito per un suo amante…) che in qualche modo dovrebbero marcare una sua maturazione umana che lo spinge a tornare sulla decisione presa.
Le interpretazioni nella norma vengono ritratte da una fotografia in bianco e nero, scelta particolare non pienamente comprensibile: se il regista Andres Puustusmaa ha scelto così per trasmettere un senso di estraniamento ci è riuscito fin troppo bene. Devastato da un solipsismo involontariamente incomunicabile (molte macchiette comiche dovrebbero fare ridere, e qualcuna ci riesce anche prima che lo spettatore ripiombi in questo “sogno senza sonno” senza né capo né coda), Your Honor non è un film per tutti, anzi, è un film per nessuno.
Ludovico