Midway recensione del film di Roland Emmerich con Ed Skrein, Patrick Wilson, Luke Evans, Mandy Moore, Aaron Eckhart, Dennis Quaid e Woody Harrelson
Da molti ritenuto uno dei più importanti registi del cinema catastrofico, Roland Emmerich vanta una filmografia molto variegata, con tonfi epocali (leggasi Godzilla) e progetti atipici come Anonymous e Stonewall. Dopo il sequel di uno dei suoi prodotti di maggior successo, Independence Day, il cineasta tedesco torna con un film fortemente voluto, anche di fronte al rifiuto degli Studios, basato su uno dei momenti cruciali della Seconda Guerra Mondiale, la battaglia di Midway, tassello fondamentale per la riscossa degli Stati Uniti e per il cambiamento delle sorti del conflitto. Un controcampo di Pearl Harbor, se vogliamo, non a caso diretto nel 2001 da un regista a lui affine come Michael Bay.
Roland Emmerich parte da una costruzione storica che sembra tutto sommato credibile per mettere in scena quello che sa fare meglio: interminabili sequenze d’azione che si svolgono prevalentemente a bordo di aeroplani impegnati in continue evoluzioni. Uno schema a cui siamo abituati e che rientra nel modo di concepire il cinema del regista tedesco. Forse memore della lezione di Nolan (Dunkirk), Emmerich sceglie di sposare diversi punti di vista nel racconto della battaglia, abbracciando persino quello giapponese negli unici spezzoni in cui il film abbandona quella retorica e quel patriottismo tipici di molta produzione americana.
L’idea è ben precisa: celebrare e riportare alla memoria una serie di eroi che con il coraggio hanno contribuito alla grandezza degli Stati Uniti (e non è casuale che il protagonista sia forse quello più dimenticato dalla Storia). Nella ricostruzione del conflitto, Midway si sofferma sugli episodi chiave, partendo da un iniziale momento di pace tra i due Paesi per arrivare a mettere in scena Pearl Harbor e a raccontare quel sentimento di rivalsa che cominciò a pervadere i soldati americani. Di fatto, la battaglia nel Pacifico rappresentò uno dei casi più emblematici di come il coraggio e la strategia militare possano ribaltare un esito che appare inevitabile.
Potendo contare su un mix di attori affidabili come Woody Harrelson, Patrick Wilson, Luke Evans, Aaron Eckhart e Dennis Quaid, e giovani promesse quali Ed Skrein e Nick Jonas, Emmerich sacrifica la psicologia dei personaggi e punta sulla loro fisicità, riducendoli a caratteri molto basilari. Ne risulta evidentemente penalizzata la sceneggiatura, che soffre terribilmente soprattutto nelle scene di raccordo, quando l’azione lascia spazio al dialogo e all’approfondimento del background dei protagonisti. Questo aspetto porta inevitabilmente chi guarda a disinteressarsi della trama e ad attendere con impazienza le sequenze action che, sebbene non particolarmente innovative, riescono a tenere a livello di suspense e spettacolarità.
È quindi molto complicato dare un giudizio esaustivo su Midway. Da una parte, infatti, accontenterà i fan di Emmerich e chi è alla ricerca di un war movie frenetico e senza fronzoli. Dall’altra, invece, deluderà chi si aspetta un racconto stratificato e in grado di analizzare con precisione le psicologie di personaggi che si trovano a vivere situazioni limite. In un genere in cui i film di qualità sono molti, e alcuni anche recenti, riteniamo fosse lecito sperare in un qualcosa di migliore o quanto meno non rassegnarsi all’esagerata retorica patriottica di qualche scena madre.
Sergio