Un amico straordinario recensione film di Marielle Heller con Tom Hanks, Matthew Rhys, Susan Kelechi Watson e Chris Cooper
Tratto da una storia vera, Un amico straordinario racconta l’amicizia nata tra Fred Rogers, noto conduttore del programma televisivo Mister Rogers’ Neighborhood (Il quartiere di Mister Roger), e il giornalista di New York Lloyd Vogel, alter-ego di Tom Junod, che viene incaricato nel 1998 dalla rivista Esquire di scrivere un articolo che parlasse della figura del buono e gentile conduttore della porta accanto; all’inizio della vicenda, il giornalista è un uomo triste e arrabbiato con il mondo, attanagliato com’è dai dolorosi ricordi del passato, ma con il procedere delle interviste a Fred Rogers, non andrà solo ad indagare sulla vita di quest’ultimo, ma avrà modo di ripercorrere anche la sua stessa vita andando a sciogliere tutti i nodi che il padre, abbandonando lui e la sorella appena adolescenti, aveva contribuito a stringere.
La mitica figura di Fred Rogers è interpretata a regola d’arte dall’altrettanto mitico Tom Hanks che veste i panni del conduttore americano come se fossero i suoi e che, per questo ruolo, ha ottenuto una candidatura agli Oscar nella categoria miglior attore non protagonista; infatti, è stato capace di ricreare perfettamente le movenze del personaggio, il suo calmo e pacato modo di parlare e il suo atteggiamento bizzarro, a metà tra il santone e il fuori di testa, ma vero e genuino, come si riesce a capire durante la visione del film.
Inspiegabilmente, però, il protagonista di Un amico straordinario non è l’iconico personaggio americano, ma bensì il giornalista Lloyd Vogel, interpretato da Matthew Rhys che cerca di “rubare” la scena in maniera impacciata al suo co-protagonista, che sembra quasi essere, invece, il regista, colui che muove i fili di tutte le vicende, complici anche alcune sequenze in cui il personaggio di Fred Rogers si rivolge proprio al pubblico in sala lasciando tutti di stucco.
Inoltre, mentre la figura del cinico giornalista si sviluppa solamente in un rush finale un po’ forzato, il personaggio interpretato da Tom Hanks, che è quello che attira maggiormente, non viene per niente approfondito e ciò lascia allo spettatore un senso di vuoto e incompletezza che dà quasi l’idea di aver visto un biopic su una divinità piuttosto che su un uomo.
Nonostante ciò, vale la pena vedere Un amico straordinario anche solo per avere un primo approccio con una persona così meravigliosa come lo era Fred Rogers, scomparso nel 2003, un personaggio per cui vale la pena chiedersi “Cosa abbiamo fatto di male per non meritarci Mister Rogers?”