Criminali come noi recensione del film di Sebastián Borensztein con Ricardo Darín, Luis Brandoni, Chino Darín, Verónica Llinás, Daniel Aráoz e Carlos Belloso
Di gente che compie furti ne abbiamo vista di tutti i colori: dal Rapina a mano armata di Kubrick a The Inside Man di Spike Lee, da La Stangata di George Roy Hill alla fortunata saga degli Ocean’s di Steven Soderbergh (con uno spin-off al femminile uscito pochi anni fa) un colpo sensazionale ha sempre suscitato l’interesse di produttori e grande pubblico.
Certo, siamo ormai leggermente abituati a produzioni hollywoodiane infarcite di star e sceneggiature ai limiti del verosimile che difficilmente hanno qualcosa da dire rispetto alla classica rapina in cui la banda riesce a farla inevitabilmente franca in un modo o nell’altro. Ricostruendo composizione della banda, pianificazione, svolgimento con tutti gli gli imprevisti del caso e successo, la formula dell’heist movie lascia poco spazio all’innovazione o alla sperimentazione.
Sebastián Borensztein, invece, è un regista argentino che probabilmente aspira un giorno a firmare un contratto con una major americana per dirigere un film ad alto budget con protagonisti Scarlett Joahnsonn e Adam Driver. Ora come ora però deve fare di necessità virtù e deve realizzare un film piacevole ma che abbia qualcosa da dire. La soluzione è prendere la conclamata formula americana, traslarla nell’estrema periferia Argentina e comportarsi come se la pampa fosse il verde collinare di Hollywood.
Con un cast di prim’ordine per lo star system argentino e una trama che cerca vigore nei legami con la difficile realtà argentina devastata dalla crisi economica, il colpo di una banda di civili per far fronte al Corralito acquista uno spessore diverso rispetto alla pura esibizione di una rapina spettacolare. Non si tratta semplicemente di mettere insieme i vari step e accompagnarli fino al lieto fine, non bisogna svaligiare per il gusto di farlo o per una dimostrazione di superiorità, ma il piano messo in atto è l’unica risorsa per sopravvivere e combattere un sistema malato che spinge per l’eliminazione dalla cartine geografiche.
Il regista argentino riesce così a declinare gli elementi di un genere in salsa argentina, non lasciando che questo possa essere un ostacolo ad un pubblico più vasto. Ci sono gli alti e i bassi, ci sono soluzioni narrative poco realistiche, ma in sostanza Criminali come noi è un film estremamente onesto e ben fatto, anche per il solo fatto di ispirarsi, in un passaggio cruciale della rapina, ad un vecchio film in cassetta con la soluzione in bella vista.