Devs recensione miniserie TV di Alex Garland con Sonoya Mizuno, Nick Offerman, Alison Pill, Karl Glusman, Zach Grenier, Jin Ha e Cailee Spaeny
Sergei e Lily vivono a San Francisco, coppia nella vita ed entrambi impiegati della tech company Amaya; come per tante altre menti brillanti della Bay Area, un pullman li porta ogni mattina da casa al post di lavoro, in una foresta fuori città. Ma questo non è un giorno come gli altri: Sergei presenterà personalmente le sue idee al CEO, Forest; una demo di successo potrebbe spianargli la strada per entrare nel team degli sviluppatori di DEVS, un progetto avvolto nel segreto, al quale il boss dedica da anni tutto se stesso.
Ma, quando per Sergei si aprono le porte dorate dell’Olimpo tecnologico, Lily non avrà altra scelta che iniziare una rapida discesa verso l’abisso.
DEVS è una serie autoconclusiva di otto puntate, creata e diretta da Alex Garland, noto dapprima come scrittore (con il romanzo The Beach, dal quale Danny Boyle e John Hodge adattarono l’omonimo e ingiustamente vituperato film con Leonardo DiCaprio), poi sceneggiatore (per lo stesso Boyle e non solo: suoi sono gli script di 28 giorni dopo e Sunshine, ma anche l’adattamento del romanzo di Kazuo Ishiguro Non lasciarmi/Never Let Me Go con Carey Mulligan, Andrew Garfield e Keira Knightley, ed il Dredd con Karl Urban), infine autore di opere ambiziose e rispettate come Ex Machina (che mise in luce il talento di Alicia Vikander) ed il film Netflix Annientamento/Annihilation, con Natalie Portman protagonista.
DEVS è il perfetto contrappunto proprio al debutto da regista di Garland, grazie alla sua unione, contrapposizione, sublimazione di temi tecnologici e filosofici.
Lo spunto di partenza è il ruolo nella società delle aziende informatiche e dei loro fondatori e presidenti, considerati dall’opinione pubblica alternativamente come Messia o scaltri imprenditori, fornitori di servizi essenziali o creatori di bisogni montati ad arte, visionari benefattori o megalomani deliranti.
Ma Alex Garland non è interessato a queste facili estremizzazioni, e dà vita invece ad un discorso molto più complesso e profondo, un’analisi della condizione umana nella quale la tecnologia è solo il mezzo, al servizio di desideri, bisogni e pulsioni antichi come i dipinti murali nelle grotte di Lescaux.
Tralasciamo ogni altro particolare della trama per non svelare dettagli, intrighi e sorprese. Anche se DEVS ha il pregio di non tenere celate a lungo le proprie intenzioni, non frustra gli spettatori con misteri irrisolti, accompagnandoli invece nel viaggio, permettendo loro di scegliere il proprio livello di coinvolgimento, consentendo loro di arrivare autonomamente alla comprensione, o di lasciarsi trasportare dal ritmo delle otto puntate.
Otto puntate da gustare una per una, e che non si prestano al binge watching: perché alla fine di ognuna di esse verrà naturale spegnere la tv e riflettere, vagliarne le idee e le suggestioni, confrontarle con la propria esperienza, assimilarle o rigettarle.
Davanti alla macchina da presa sono i tratti delicati e determinatissimi di Lily (Sonoya Mizuno, protagonista della memorabile scena di ballo con Oscar Isaac in Ex Machina e, irriconoscibile, della scena più incredibile di Annientamento), gli occhi burberi di Nick Offerman (noto per il ruolo brillante di Ron Swanson nella sitcom Parks and Recreation, ma perfetto nel ricoprire alternatamente l’atteggiamento da Padre-Padrone del CEO Forest), il cipiglio di Alison Pill (molto più a suo agio qui che in Picard) nella parte di Katie, team leader di DEVS e braccio destro di Forest, l’espressione esasperata di Zach Grenier (che ricordiamo soprattutto come il boss altrettanto esasperato del Narratore in Fight Club, e che qui interpreta il Capo della Sicurezza Kenton).
Il cast inoltre annovera Karl Glusman (Animali notturni, The Neon Demon) nel ruolo di Sergei, Cailee Spaeny (vista in 7 sconosciuti a El Royale, Vice e Una giusta causa) e Stephen McKinley Henderson (Padre Leviatch in Lady Bird e prossimamente in Dune) nella parte degli sviluppatori Lyndon e Stewart, mentre l’attore di musical Jin Ha interpreta Jamie, amico di Lily, e Jefferson Hall (visto di sfuggita in Game of Thrones e ne Il risveglio della Forza) è il senzatetto Pete.
La narrazione di Garland è sostenuta al meglio dal lavoro dei suoi collaboratori abituali: il freddo e scintillante production design di Mark Digby (responsabile anche di Slumdog Millionaire e di Rush), l’accuratissima fotografia di Rob Hardy (che ha ricoperto lo stesso ruolo anche in Mission:Impossible – Fallout) e la sublime e straniante colonna sonora a cura di Geoff Burrow e Ben Salisbury assieme a The Insects.
Una miscela stimolante che porterà anche voi a restare svegli, nel buio della notte, mentre cercate una risposta a mille domande: su DEVS, ma soprattutto sulle scelte della vostra vita.