Cheerful Wind recensione film di Hou Hsiao-Hsien con Fei Fei Feng, Kenny Bee, Anthony Chan, Ying Shih, Wan-Sheng Chou, Ling Wu e Hui-Fen Chuang
Il catalogo del FEFF 22 è ampio e ce n’è per tutti i gusti, ma è questo l’unico film degli anni ’80 presentato dal Far East Film Festival 2020, una scelta anacronistica ma che strizza l’occhio agli amanti del cineasta di Taiwan ma di origine cinese Hou Hsiao-Hsien, capostipite della Nouvelle Vague taiwanese.
Una pellicola che in tanti aspettavano e che acquista oggi una nuova luce, più fresca e piacevole, grazie ai colori e alla qualità d’immagine raggiunti in fase di restauro.
Aprendosi con un esercizio di metacinema nel quale il regista filma registi che filmano comparse e attori sul set di uno spot pubblicitario, arriverà ben presto a svilupparsi in una commedia romantica dai toni dolci e a tratti malinconici (ma non troppo), sfondo di un rapporto particolare, un corteggiamento reciproco tra una fotografa e un uomo cieco, ben suscettibile alle illusioni ma che ben presto (grazie alla medicina moderna) potrebbe tornare a vedere ed essere in grado di schiarirsi le idee per avere un quadro d’insieme della donna che gli sta accanto.
Non manca la dignità morale dei genitori di lei che vogliono scegliere l’uomo giusto per starle accanto e quella di una preside intransigente, personaggi ostacolo che la protagonista cerca di affrontare sempre col sorriso sulle labbra.
È un cinema questo ancora acerbo, un primissimo Hou Hsiao-Hsien che ancora doveva sviluppare un occhio attento e singolare, che preannunciava un minimo I ragazzi di Feng Kuei con quel vento a fare da sfondo ai giochi dei bambini; un tipo di cinema che piace ma divide, annoia o fa innamorare chi lo guarda; come al solito è lo spettatore a decidere, ma per approfondire la Nouvelle Vague taiwanese Cheerful Wind potrebbe essere un punto di partenza carino e godibile.