Molecole recensione film di Andrea Segre con Ulderico Segre, Giuliano Segre, Uberto Segre, Anna Pagliero, Mauro Stoppa, Elena Almansi e Giulia Tagliapietra
Venezia 77 ha aperto con un commovente e suggestivo omaggio alla città che lo ospita, Venezia, raccontata dal regista Andrea Segre nel documentario Molecole. Bloccato nella laguna in seguito al lockdown causato dalla pandemia di Coronavirus che ha colpito tutto il mondo, Segre si è lasciato andare ai ricordi, alla scoperta della città natale del padre Ulderico che si è spento lasciando dietro di sé molte cose non dette.
“Non so se sono mai appartenuto a Venezia” è la riflessione a cui Segre sembra cercare risposta con il suo Molecole, un racconto malinconico e nostalgico per immagini e parole narrato dalla sua voce fuori campo chiaramente emozionata. Foto d’epoca, filmati 8mm amatoriali girati proprio dal padre sono montati con interviste ad alcuni veneziani che raccontano la loro città, tra difficoltà, gioie, turismo e il pericolo dell’acqua alta che è sempre stato una minaccia nel corso degli anni.
“Quando ti sposi sei felice una settimana, quando uccidi un maiale sei felice un mese, se impari a pescare sei felice tutta la vita” è il motto di un signore che si tiene lontano dalla bolgia del centro e passa le ore in barca, mentre una giovane vogatrice racconta quanto è caro vivere a Venezia, soprattutto per i giovani in cerca di lavoro. Ma tutti sono fermi nella decisione di non abbandonare la laguna nemmeno in caso di pericolo, come una giovane coppia che se l’è vista brutta con la brutale alluvione del Novembre 2019. “Al massimo ci trasferiamo ai piani più alti” è la loro soluzione per restare comunque in quella città che amano e a cui sono legati in modo quasi indissolubile.
Seguono poi le immagini di una Venezia sospesa, avvolta dalla nebbia durante la quarantena di marzo e aprile 2020, tra gli occhi increduli dei veneziani intervistati che l’hanno vista così per la prima volta. Un canale calmo e deserto, un senso di vuoto, come se una delle città più turistiche del mondo fosse “tornata indietro di cinquant’anni” quando tutto era più rallentato e c’era il tempo di fermare la mente per pensare.
Segre confeziona un documentario intimo, personale e spettrale raccogliendo storie, attingendo alla memoria familiare e condividendo con il pubblico le proprie riflessioni sul passato, sul padre e sull’influenza del COVID-19 sulla nostra vita. Ombre, monumenti dai contorni sfumati dalla nebbia, poche persone a passeggio e una luce spesso crepuscolare donano a Molecole un tono caldo e avvolgente ed è impossibile non essere conquistati da una fotografia magica e plumbea.