Le strade del male recensione film di Antonio Campos con Tom Holland, Robert Pattinson, Riley Keough, Jason Clarke, Bill Skarsgård, Haley Bennett, Mia Wasikowska, Eliza Scanlen e Sebastian Stan
È il ceppo della preghiera… ma non funziona tanto bene.
(Le strade del male)
Con la produzione originale Le strade del male Netflix mette in scena una storia di depravazione e miseria ambientata subito dopo la Seconda Guerra Mondiale tra il Sud dell’Ohio e il West Virginia che, nel tentativo di dare un volto al Male del diavolo nelle sue molteplici forme, scaturisce in una narrazione disastrosa che va presto in sofferenza a causa di un ritmo gravoso e di un intreccio privo di attrattività, riducendosi in null’altro che esasperazione della violenza ed ossessione religiosa.
La sceneggiatura del regista Antonio Campos e di Paulo Campos fallisce nel tentativo di restituire la forza del romanzo d’esordio The Devil All the Time di Donald Ray Pollock e la sua prosa tanto inquietante e perversa quanto avvincente e trascinante nell’aprire in modi sempre nuovi le molteplici strade del male, lungo un racconto animato da protagonisti disumani, senza speranza e senza pietà.
– Ci sono tanti figli di puttana là fuori.
– Forse dovresti pregare per loro, non ti farebbe mica male.
– Tu già lo fai per tutti noi e questa cosa non ti sta facendo molto bene.
(Tom Holland e Eliza Scanlen ne Le strade del male)
Sfugge alla comprensione la scelta di Campos di preannunciare eventi funesti, proseguire nella narrazione per poi tornare indietro senza alcun bisogno per mostrare morbosamente macabri avvenimenti dei quali conosciamo già l’esito, producendo un’intera sequenza tanto non necessaria quanto ridicola nella messa in scena e nell’interpretazione di Harry Melling nei panni del malvagio predicatore Roy Laferty.
In una storia priva di luce e di punti di riferimento in cui credere, Le strade del male ostenta ossessivamente il ritratto di falsi e squallidi predicatori tra il diabolico ed il lascivo, accusando gli uomini di Chiesa delle peggiori empietà senza che questi – il Preston Teagardin di Robert Pattinson ed il già citato Roy Laferty di Harry Melling – suscitino un minimo di interesse nei confronti del villain, ridotti a personaggi detestabili, monocorde, dimenticabili e da dimenticare.
Solo al cospetto della morte si poteva avvertire la presenza di qualcosa come Dio.
(Le strade del male)
Nonostante un cast d’eccezione – da Tom Holland, Robert Pattinson, Bill Skarsgård, Jason Clarke e Sebastian Stan a Haley Bennett, Riley Keough, Mia Wasikowska e Eliza Scanlen – Le strade del male manca gravemente nella costruzione del racconto, che riprende attrattività soltanto con il climax finale ed il ricongiungimento delle storie e dei suoi protagonisti verso un’unica strada del male.
Un racconto che soffre nella costruzione di una visione d’insieme nonostante la poco fortunata voce fuoricampo che cerca di raccordarne le sottotrame, specialmente nelle linee narrative Bill Skarsgård/Haley Bennett, Harry Melling/Mia Wasikowska e Robert Pattinson/Eliza Scanlen, e che riconquista seppur tardivamente un po’ di interesse grazie all’accoppiata Jason Clarke/Riley Keough e al personaggio interpretato da Tom Holland, Arvin Russell, che fa da collante all’intera storia, forse troppo stratificata e inquieta nelle sue sfumature per essere riproposta compiutamente sul grande schermo dai fratelli Campos.
Certe persone nascono solo per essere sepolte.
(Le strade del male)