Rebecca recensione film di Ben Wheatley con Lily James, Armie Hammer, Kristin Scott Thomas, Ann Dowd, Pippa Winslow e Lucy Russell
In questo periodo storico il mondo dell’audiovisivo ha lasciato ampio spazio a remake e reboot di grandi classici amati dal pubblico. I pessimisti dicono che le idee iniziano a scarseggiare, gli ottimisti che è un buon modo per far conoscere al giovane pubblico grandi glorie del passato. Che abbiano ragione gli uni o gli altri ancora non ci è dato scoprirlo ma sicuramente è una realtà con la quale dobbiamo confrontarci spesso.
In questo caso sott’occhio abbiamo la produzione Netflix Rebecca, remake di Rebecca – La prima moglie di Alfred Hitchcock del 1940.
Dopo ben 80 anni il romanzo omonimo di Daphne du Maurier torna sullo schermo riportando fedelmente quanto raccontato dalla scrittrice e poi da Hitchcock.
L’avvenente signor Maxim De Winter (Armie Hammer) è appena rimasto vedovo, così trascorre un paio di giorni a Montecarlo dove incontrerà una dolce dama di compagnia e, inaspettatamente, se ne innamorerà rendendola la signora De Winter (Lily James). I due dopo i giorni di luna di miele a Montecarlo faranno ritorno a casa De Winter, nel maestoso castello di Manderley in Inghilterra.
Un castello così grande non può non essere curato da una severa governante, la signora Danvers (Kristin Scott Thomas) la quale, oltre a dare filo da torcere alla neo sposina, non farà altro che ricordarle la grandezza e la supremazia della defunta Rebecca.
Il film diretto da Ben Wheatley si discosta ben poco dall’originale, l’incipit rimane uguale ed è incentrato sulla tematica onirica, il sogno che riporta la protagonista a ricordare la bellezza delle cose al loro inizio, proprio come se fosse una favola.
Questo tema viene mostrato solo a Montecarlo ed è caratterizzato anche dai colori che aleggiano sulla scena, brillanti e caldi. Quando metteranno piede a Manderley la scena diventerà cupa per lasciare spazio al thriller.
Purtroppo, al contrario di come avrebbe fatto il buon Alfred, è proprio questa la parte meno intensa e più claudicante della pellicola, non riuscendo a mantenere alta l’attenzione dello spettatore, complice anche la trama già nota.
Rebecca di Wheatley è ancora più fedele al romanzo rispetto a Rebecca – La prima moglie perché Hitchcock, per attenersi al codice Hays, elude la parte dell’omicidio di Rebecca rendendola una morte accidentale, mentre nel lungometraggio Netflix non viene censurato nulla.
Come nel romanzo e nel film originale il personaggio femminile di Lily James, che incarna in modo più o meno riuscito una bionda hitchcockiana, non ha un nome proprio, se non quello di signora De Winter. L’obiettivo è spersonalizzarla come se, al suo posto, avrebbe potuto esserci qualsiasi altra bella ragazza a distrarre il giovane Maxim dal lutto.
Non è però una cosa così strana visto che anche nella pellicola di Billy Wilder Quando la moglie è in vacanza (1955), la protagonista Marilyn Monroe era solo “the lady”.
Rebecca si rivela un noir romantico che non riesce appieno nel suo intento nonostante l’imponenza della trama e la produzione di alto livello.