Mickey on the Road recensione film di Mian Mian Lu con Pao-Wen Yeh, Ya-Ling Chang, Ke-Li Miao, Yu Chieh Hsu presentato al Torino Film Festival 38
Mickey on the Road di Mian Mian Lu, in concorso al Torino Film Festival 2020, è il racconto delle peripezie di due ragazze che decidono di affrontare i loro problemi partendo per un viaggio in Cina.
Taiwan. Mickey e Gin Gin sono migliori amiche. Mickey (Pao-Wen Yeh) si prende cura della madre depressa, figura ectoplasmatica costantemente persa nei fumi dell’alcool e dell’autocommiserazione, mentre nel tempo libero frequenta il tempio cercando di unirsi alla squadra maschile di arti marziali. Gin Gin (Ya-Ling Chang), più impulsiva e più fashion, si guadagna da vivere ballando nelle discoteche.
Entrambe sembrano affrontare la loro quotidianità attraverso espedienti ed occasioni fortuite. Il loro è un legame molto forte, complice, quasi esclusivo, per quanto diverse l’una dall’altra: sono un nucleo loro due, una sorta di famiglia, per quanto stramba e disfunzionale. Tanto Mickey è dura e mascolina, nell’aspetto e nell’atteggiamento, tanto Gin Gin incarna invece una femminilità quasi bambolesca; entrambe, comunque, sono dotate di temperamento tiglioso e sanguigno.
Quando Gin Gin escogita un piano per incontrare con il suo amato, Jay, a Guangzhou, Mickey decide di accompagnarla a sua volta per cercare il padre che anni prima aveva abbandonato lei e la madre.
Arrivate in Cina, incappano sin da subito in una serie di inconvenienti, trovandosi catapultate in un grande Paese che sembra pervaso da una sete di denaro e di successo.
Le due affrontano insieme incontri, contrattempi, momenti spensierati ed altri drammatici, facendo i conti con l’illegalità e il tradimento. Ma la Cina ha anche una qualità magica, perché nuovi desideri e piaceri suscitano la scoperta della sessualità da parte di Mickey.
La regista Mian Mian Lu confeziona con tatto ma anche con polso fermo un film di stampo quasi neorealista, dipingendo un’umanità dolente la quale, appesantita da fardelli economici o morali, sembra sopravvivere senza che ci sia uno scenario di pura felicità che la possa attendere.
Personaggi che sembrano pedoni in una scacchiera dove ci sono pezzi più grandi, più abili o più famelici, rappresentazione di una società abitata dal profitto e dal potere che non fa sconti agli ultimi.
Sapiente è l’uso che la regista fa della luce, dando spazio nel girato ad un largo uso di scene notturne, quasi che il notturno possa ovattare, se non mondare, le esistenze, soprattutto delle due protagoniste. Per le scene in Cina, è invece un cielo plumbeo l’elemento dominante. Un grigio uniforme nel quale la pioggia appare come una costante, come elemento che ingentilisce con una patina liquida l’artificialità rappresentata dei grattacieli e della mille luci di Guangzhou.
Alla fine del viaggio dopo aver affrontato le più disparate situazioni, Mickey e Gin Gin rafforzeranno la loro amicizia e raggiungeranno una consapevolezza di loro stesse più matura e più cosciente.