The Mauritanian recensione film di Kevin Macdonald con Jodie Foster, Tahar Rahim, Benedict Cumberbatch, Shailene Woodley e Zachary Levi
In molti posti purtroppo assistiamo alla violazione dei diritti umani. Uno di questi è Guantanamo. Una singola immagine di The Mauritanian vale più di mille parole. Il prigioniero Mohamedou Ould Slahi (Tahar Rahim) guarda attraverso una rete per vedere una iguana, la cui vita all’interno del carcere sembra essere più protetta della sua.
La sceneggiatura di The Mauritanian racconta che Guantanamo continua ad essere un buco nero nella coscienza dell’Occidente. Un uomo rinchiuso per dieci anni nel centro detentivo accusato, senza prove, di essere un reclutatore per gli attentati dell’11 settembre e di finanziare Al Qaeda.
Dopo aver subito un trattamento a dir poco umiliante e vessatorio, arriva un barlume di speranza nella figura di un avvocato di nome Nancy Hollander (Jodie Foster), la quale farà tutto quanto in suo potere per rendere giustizia all’habeas corpus.
Siamo dinanzi ad una di quelle storie che scuotono e indignano. Il film non cerca un facile sensazionalismo. Preferisce piuttosto concentrarsi sul contenzioso legale e giudiziario per provare l’innocenza dell’imputato e, soprattutto, la reiterata illegalità dei soprusi.
Kevin Macdonald pone la massima cura nel dare risalto ai punti di vista di tutte persone coinvolte, basandosi sul libro scritto dallo stesso protagonista sulla sua detenzione.
Tahar Rahim, il mauritano, riesce a trasmettere tutta la sensibilità e la forza necessarie al suo personaggio. Insieme a lui spiccano le presenze di una sontuosa Jodie Foster e di uno straordinario Benedict Cumberbatch. Probabilmente la più debole del cast è Shailene Woodley, dal momento che il suo personaggio è più sfocato rispetto agli altri e i suoi conflitti interni sono meno appassionati di quelli del resto del cast.
Volendo inquadrare The Mauritanian nel sottogenere dei drammi giudiziari, la parte del processo occupa davvero pochissimo spazio. La narrazione principale si concentra sulle difficoltà che i difensori e l’accusa incontrano nell’ottenere l’accesso alle informazioni classificate. Infatti il vero nemico che devono affrontare è l’occultamento di informazioni da parte del Governo, tale da impedire lo svolgimento di un processo equo.
La peculiarità sta nel fatto di non mostrare la disputa tra le parti. La vera battaglia è combattuta da ciascuna delle parti internamente con la propria coscienza e con il dovere morale di far emergere la verità. L’onestà di tutte le persone coinvolte nel caso, all’epoca, è stata decisiva.
The Mauritanian è un dramma sobrio con un ottimo cast. Pur non essendo particolarmente originale, concretizza un lavoro di ricerca lodevole che fa riflettere sugli eventi accaduti.
Un classico cinema di denuncia sociale su un sistema giudiziario fallato che consente un limbo come quello di Guantánamo. Tuttavia il film nei filmati e nelle interviste al vero protagonista, mostra un uomo che non sembra nutrire rancore per i soprusi subiti in carcere, al contrario affascinato dalla cultura americana.