Hold Me Back recensione film di Ohku Akiko con Non, Hayashi Kento, Usuda Asami, Katagiri Hairi e Hashimoto Ai presentato al Far East Film Festival 23
Hold Me Back è una commedia sentimentale giapponese del 2020 scritta e diretta da Ohku Akiko, vincitrice del Premio del Pubblico presso il rinomato Tokyo International Film Festival e presentato in anteprima italiana alla ventitreesima edizione del Far East Film Festival. La regista di Yokohama non è nuova alle sfumature più stravaganti del genere, avendo diretto pure l’apprezzato Tremble All You Want, e con quest’ultima opera ha confermato una notevole sensibilità nel toccare determinate corde dello spettatore.
Il film s’ispira a un romanzo di Wataya Risa, e vanta come attrice protagonista la talentuosa Non, che con il suo adorabile charme riesce ad accattivarsi la simpatia del pubblico sin dalle prime battute, sorreggendo da sola un film tutt’altro che facile e garantendo momenti di genuina dolcezza.
Hold Me Back: la sinossi
La protagonista del film è Kuroda Mitsuko (Non), un’impiegata trentenne e impacciata che passa le sue giornate a conversare con A, suo consulente immaginario nella gestione delle ansie sociali. Dal punto di vista sentimentale, la vita sembra non aver nulla da offrire a Mitsuko, almeno finché non inizia a intrecciare un rapporto con il goffo rappresentante Tada-kun (Hayashi Kento).
Lo sviluppo della relazione con Tada-kun ben presto s’intreccia alla meraviglia di un viaggio a Roma e al timore di Mitsuko che A possa definitivamente abbandonarla.
L’emancipazione dalle ansie sociali
Ohku Akiko confeziona una commedia sentimentale sobria (splendida la fotografia dai colori saturi) e mai zuccherosa, che dipinge con onestà cosa significa la relazione per tutte quelle persone che di giorno in giorno affrontano le angosce sociali. Chiunque sia conscio di non essere in grado di gestire i rapporti interpersonali, immaginando addirittura di avere un consigliere dentro la propria testa come supporto morale e motivazionale, potrà rivedersi nelle fragilità di una protagonista d’infinita complessità caratteriale, a cui voler bene e con cui divertirsi o disperarsi.
Tralasciando alcune inutili lungaggini (soprattutto nella seconda parte), Hold Me Back è un’illustrazione accorata delle insicurezze generate dalla solitudine e dal rapporto con l’altro, che spesso ci portano a trovare rifugio nella nostra intimità, arrivando addirittura a sabotare consolidati rapporti umani. Poiché il film è una commedia, la leggerezza non è certo assente, ma l’importanza della tematica ammanta il tutto di una frustrante vena di tristezza che (specie nella parte finale) sa essere davvero dolorosa e reale.