Everything Went Fine recensione film di François Ozon con Sophie Marceau, Charlotte Rampling, André Dussollier e Géraldine Pailhas a Cannes 74
La vecchiaia (e la malattia) fanno paura. A tutti e più della morte.
Proprio perché molto malato, un ricco signore ultraottantenne (André Dussollier) della buonissima borghesia, chiede alla figlia (Sophie Marceau) un favore. Aiutarlo a passare il confine. Fisico, dalla Francia alla Svizzera, e naturale.
CANNES 74 PODCAST: Ascolta la recensione di Tout s’est bien passé – Everything Went Fine di François Ozon in diretta dal Festival di Cannes
LEGGI ANCORA: Tout s’est bien passé: la recensione di Elisa
Tout s’est bien passé – Everything Went Fine (È andato tutto bene la traduzione letterale in italiano del titolo) è il film sul fine vita che François Ozon porta in concorso al Festival di Cannes.
Oggetto di studio, il cineasta francese. Estremamente prolifico (il suo Estate ’85 – da poco uscito nella sale italiane – era atteso al Festival dello scorso anno, cancellato per pandemia), variabilissimo nei generi e nelle tipologie di film che affronta (dal musical 8 donne e un mistero, al fantasy da camera Ricky). Anche lo stile è poco riconoscibile, nel passaggio da un suo titolo a un altro.
Resta l’ambientazione high society nel cinema di Ozon. E la indiscutibile capacità di dirigere gli attori. Grande André Dussollier, il padre. Sorprendente Sophie Marceau, la figlia.