Flag Day recensione film diretto ed interpretato da Sean Penn con Dylan Penn, Josh Brolin, Katheryn Winnick, Regina King e Bailey Noble al Festival di Cannes 74
La bandiera a stelle e strisce sventola sul Festival di Cannes.
Flag Day – diretto e interpretato dal divo Sean Penn – arriva in concorso, circondato da molta attesa. Anche perché Sean duetta con la figlia Dylan, coprotagonista. Nel cast, pure il secondogenito Hopper. I due ragazzi, nati dalla relazione con la ex Robin Wright (per tutti – sempre – la Jenny di Forrest Gump, malgrado House of Cards) somigliano molto a papà. E Dylan è quasi altrettanto brava, nel film.
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Il quasi è obbligatorio, perché Sean Penn è davvero un grande attore. Nell’occasione lo (ri)dimostra, con una interpretazione a forte carica animalesca. Come è nelle sue corde.
Torna così a convincere anche dietro la macchina da presa, dopo il disastroso Il tuo ultimo sguardo, presentato cinque anni fa in gara a Cannes, con le star acciaccate Charlize Theron e Javier Bardem.
Flag Day si ispira alla vera storia del criminale John Vogel e al suo intenso e tormentato rapporto con la figlia.
Variazione su un tema molto visto e troppo raccontato. Ma Penn trova la giusta formula.
Ne esce un film sugli affetti, sul talento, sul riscatto. Con un gusto più epico che enfatico.
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