Hacks recensione serie TV ideata da Lucia Aniello, Paul W. Downs e Jen Statsky con Jean Smart e Hannah Einbinder
Ancora poco conosciuta in Italia e finalmente appena arrivata su Netflix, negli Stati Uniti Hacks ha debuttato su HBO Max il 13 maggio 2021, candidandosi in men che non si dica a serie rivelazione dell’anno. Non sono quindi affatto casuali le 15 nomination agli Emmy Awards 2021 e le tre vittorie (Outstanding Writing For A Comedy Series, Outstanding Directing For A Comedy Series e Outstanding Lead Actress In A Comedy Series).
La storia è apparentemente semplice e vede protagonista Deborah Vance, una star di Las Vegas interpretata da una straordinaria Jean Smart, da poco vincitrice del premio Emmy come Miglior Attrice in una Serie Comica e vista recentemente anche in Omicidio a Easttown. Deborah si esibisce in spettacoli di stand-up comedy sin da quando era giovane e negli anni ha ottenuto grande successo, ma col passare del tempo il suo repertorio sembra essere diventato un po’ démodé e necessita una scossa. Non sapendo come altro intervenire, per ravvivare gli spettacoli il suo agente ha la bizzarra idea di accoppiarla con Ava (Hannah Einbinder), una giovane autrice di Los Angeles, rimasta senza lavoro dopo aver fatto una battuta non gradita dall’opinione pubblica.
Sulla carta la coppia ha poche chance di funzionare e infatti al primo incontro di lavoro le due donne finiscono per insultarsi l’un l’altra, sfidandosi a chi ha la battuta più perfida. Il gap generazionale è forse troppo, come sono troppo esuberanti le loro personalità, ma per sopravvivere nel mondo dello showbiz e non perdere il lavoro è necessario andare d’accordo. Tra le luci dei casinò e l’ambiente un po’ kitsch della Sin City le due tireranno fuori il meglio e il peggio di sé, creando pian piano un legame inaspettato.
Stand-up for you right
Hacks si presenta innanzitutto come una commedia sull’arte di fare commedia, sviluppando la narrazione con continui botta e risposta tra le protagoniste, create in modo tale da far sembrare di star assistendo a uno show di stand-up comedy. Sin dalla prima puntata infatti si intuisce subito che i creatori Paul W. Downs, Lucia Aniello e Jen Statsky hanno una formazione nella commedia dell’improvvisazione.
Ma non solo, Hacks è anche una commedia sullo scontro generazionale, soprattutto, del mondo femminile, da sempre soggetto a fratture e divisioni, come ci ricordano anche i contrasti storici tra le diverse ondate del movimento femminista. Deborah vede in Ava la classica diva âgée che passa le sue giornate spendendo migliaia di euro in contenitori del pepe e altri oggetti inutili, mentre Deborah associa ad Ava lo stereotipo della tipica ragazza della Generazione Z, che vive per ricevere like sui social e che crede che tutto le sia dovuto. Costrette a lavorare insieme, a suon di battute pungenti e brillanti, Ava e Deborah scopriranno di essere più simili di quanto credono. Impareranno a conoscersi e a oltrepassare i pregiudizi, comprendendo così che la guerra non deve essere rivolta alle donne stesse, ma al sistema patriarcale, nel mondo dello spettacolo ancora predominante. Perché, in fondo, anche se le due appartengono a momenti storici diversi, nel frattempo ben poco è cambiato per le donne nell’ambiente di lavoro e dello spettacolo.
È significativa la frase che pronuncia Deborah in una delle scene più emozionanti della serie: “Fare bene è il minimo. Devi essere molto meglio di così. E anche quando hai raggiunto il successo devi ancora lavorare duro. E anche quello non è abbastanza. Devi sempre continuare a graffiare con gli artigli. E non vai mai meglio, anzi diventa sempre più difficile“.
Nonostante il tono comico, che rende la visione più che piacevole, Hacks ha quindi tra gli altri pregi quello di puntare i riflettori, con un suo stile vivace e mai superficiale, sulle problematiche della società come il sessismo, la cancel culture e l’ageism. Non mancano infatti momenti drammatici e intensi.
L’unico piccolo avvertimento da fare è che la serie è leggermente “di nicchia”, ma non è certo un difetto. Essendo improntata sull’acutezza dei dialoghi, esattamente come quando si guarda uno spettacolo di stand-up comedy in un’altra lingua, se non si riescono a cogliere tutte le referenze, molte delle quali appartenenti alla cultura contemporanea statunitense, per il pubblico italiano potrebbe risultare un po’ difficile da seguire. Ma vale assolutamente la pena fare uno sforzo e guardarla in lingua originale.
Hacks è senza dubbio una delle serie più interessanti dell’anno e iniziata la prima puntata, sarà impossibile fermarsi. Dopo aver ricevuto grandi consensi da pubblico e critica, infatti è già arrivata alla terza stagione di uscita imminente, che sicuramente come le antecedenti ci farà ridere ed emozionare, regalandoci la performance di due grandissime attrici, perfette nel portare sullo schermo un rapporto complesso di amore e odio.