Where Are You recensione film di Riccardo Spinotti e Valentina De Amicis con Anthony Hopkins, Irakli Kvirikadze, Camille Rowe e Madeline Brewer
Presentato all’interno della sezione Histoire(s) du cinéma alla 74esima edizione del Locarno Film Festival, in occasione del premio alla carriera di Dante Spinotti (direttore della fotografia di film come L’ultimo dei Mohicani, Heat – La sfida, L.A. Confidential), il film d’esordio del figlio Riccardo Spinotti e Valentina De Amicis intitolato Where Are You narra la storia del fotografo di moda Nicolas Yarna (Irakli Kvirikadze) che, turbato e confuso dalla scomparsa della sua compagna Matilda (Camille Rowe) e da un trauma affettivo irrisolto, si ritrova a doversi orientare in un universo astratto e indefinito all’interno di un apparente cortocircuito di ricordi, sogni lucidi, e riflessioni personali.
Ispirandosi ai modelli narrativi e al linguaggio visti in Mulholland Drive (2001) di David Lynch e agli sfuggenti movimenti di macchina da presa di Terrence Malick, Spinotti e De Amicis realizzano un film curato sul piano estetico e formale, prestando notevole attenzione alla composizione, alle immagini e alla costruzione degli ambienti in cui si muovono le diverse personalità coinvolte.
Suggestioni vivide a colori che si alternano ad una narrazione frammentaria, a tratti onirica, mescolandosi ad un flusso di pensieri indefiniti ma ricorrenti: cedendo più al fascino di immagini sfuggenti, parziali e mutevoli che alla costruzione del singolo personaggio, che rimane abbozzato sullo sfondo non riuscendo mai ad emergere completamente, il regista sembra volersi interrogare sul fine ultimo dell’arte e sulla posizione occupata dall’artista avviando una riflessione che permane durante tutta la visione del film. Un linguaggio sperimentale di difficile comprensione che Riccardo e Valentina, sfidando tutte le norme, cercano di esplorare nella sua complessità, impegnandosi a portare sullo schermo uno spettacolo visivo-concettuale particolarmente articolato ma mai del tutto banale.
Curioso lo stuolo di attori messi a disposizione dei registi: infatti, accanto ad Irakli Kvirikadze si contendono la scena Madeline Brewer, già vista nella serie tv The Handmaid’s Tale, Mickey Sumner, incontrata all’interno dei vagoni della serie Netflix Snowpiercer, Ray Nicholson, figlio di Jack e, ultimo ma per questo non meno importante, Anthony Hopkins che qui si ritrova a ricoprire un ruolo cruciale nello sviluppo dei fatti narrati, diventando quasi l’impersonificazione stessa dell’anima travagliata del protagonista e dando una possibile chiave di lettura all’intera pellicola.
Where Are You di Riccardo Spinotti e Valentina De Amicis si identifica come un’opera d’esordio in grado di raccogliere attorno a sé gli elementi astratti del subconscio, portando a galla e ridando nuova linfa ad un cinema più indipendente, in cui la ragione, a volte, si piega ai moti dell’animo sfociando in visioni oniriche, mai del tutto chiare e definite ma ricche di storie da raccontare e significati da esprimere.