Petite Maman recensione film di Céline Sciamma con Joséphine Sanz, Gabrielle Sanz, Nina Meurisse, Stéphane Varupenne e Margot Abascal
Probabilmente, nella campagna francese, tutto ci si aspetta d’incontrare tranne che la versione mignon della propria mamma. O che si possa andare incontro ad un film di fantascienza senza effetti speciali. Petite Maman va oltre la causalità della realtà a cui siamo tenuti ad obbedire per raccontare una storia di formazione, scoperta e riflessione dal punto di vista della piccola Nelly (Joséphine Sanz) e della sua gemella ma anche mamma Marion (Gabrielle Sanz). Non c’è nessuna verità che non possa essere compresa dai bambini e la loro ingenua magia diventa la chiave con cui accedere ai misteri della vita.
Il tono con cui Cèline Sciamma fa tutto questo è per sua stessa ammissione quello reso classico dall’animazione di Hayao Miyazaki. La leggerezza è la cifra distintiva con cui arrivare in fondo alla natura segreta delle cose, nascosta dagli affanni e dalle necessità dell’esistenza. Meglio tornare alla capanna nel bosco, agli spettacoli improvvisati nelle camerette per trovare un punto di contatto tra realtà e intimità. Si può così viaggiare nel tempo senza nessun dispositivo e senza farsi troppe domande, senza chiedersi da dove nasca quell’incantesimo.
Non è la prima volta che qualcuno gioca con il tempo, il doppio e lo spazio (The One I Love giusto per fare un esempio) e sicuramente non sarà l’ultimo. Sono dimensioni con cui giocare per porsi domande profonde e abbozzare risposte travestendole da viaggio ai confini della realtà ma la forza di Petite Maman sta nell’approfittare del canale che stabilisce tra passato e presente per arrestare la storia che racconta nella tenerezza del momento. Anche le mamme sono state bambine senza sapere che lo sarebbero diventate, così come le bambine non sanno che mamma è solo una parte della figura con cui crescono. Un ragionamento che potrebbe facilmente sfociare nella filosofia, ma che qui rimane in una dimensione afferrabile per chiunque si avvicini e consentire un incontro altrimenti impossibile.
La magia e il mistero del tempo si svelano con una grazia rara in un racconto talmente adulto che non poteva essere colta da nessun altro che non fosse una bambina. Solo il suo occhio può conoscere senza giudicare ciò che con l’età rimane sedimentato sul fondo dell’umanità, abbracciandolo senza paura e godendone per tutti gli istanti che ha a disposizione. Così, finalmente, ci si può preparare ad ascoltare la La Musique du futur in pace.
Presentato prima al Festival di Berlino e ora incluso nella selezione di Alice nella Città, Petite Maman arriva in sala prima di essere disponibile su MUBI nel 2022.