JFK – Destiny Betrayed recensione docuserie di Oliver Stone con Whoopi Goldberg e Donald Sutherland presentata alla Festa del Cinema di Roma
L’assassinio di John Fitzgerald Kennedy è uno dei misteri che più hanno segnato il XX secolo. Ucciso a Dallas il 22 novembre 1963 “ufficialmente” da Lee Harvey Oswald, le versioni dietro questo tragico evento si sono moltiplicate negli anni, a seguito di nuovi elementi che continuano a spuntare fuori man mano che il tempo passa. Nel 1991, Oliver Stone aveva risvegliato nell’opinione pubblica la voglia di chiarimenti da parte del governo (che evidentemente stava nascondendo delle informazioni fondamentali) attraverso uno dei suoi lavori più riusciti, JFK. A trent’anni da quella prima analisi filmica, il regista torna sul tema più assetato di verità che mai, questa volta con una docuserie in quattro episodi dalla durata complessiva di quattro ore, JFK – Destiny Betrayed (da cui è stato tratto una sorta di sunto nel più breve lungometraggio JFK Revisited: Through the Looking Glass).
Attraverso le testimonianze di studiosi, ex membri dei servizi segreti americani, medici forensi, testimoni oculari e, perfino, il figlio di Robert Kennedy, Stone esegue un’accuratissima “autopsia” di questo caso ancora interamente aperto, anche grazie al contributo fornito da alcuni documenti recentemente desegretati (nonostante molti restino tutt’oggi classificati).
Come al solito, la narrazione del regista premio Oscar si fa riconoscere per la sua crudezza e semplicità espressiva, in grado di raggiungere il maggior numero di persone possibile nel modo più diretto possibile. Non è, quindi, necessaria una conoscenza pregressa della situazione geopolitica del tempo (anche se estremamente consigliata), dato che il processo “investigativo” di Stone, grazie alla sua natura seriale, svolge un’accorta e limpida contestualizzazione degli eventi in corso durante gli anni dell’amministrazione Kennedy.
Utilizzando molto sapientemente una quantità smodata di immagini di repertorio (perfettamente legate tra loro da un processo di montaggio che ha del mastodontico, a giudicare dall’altissimo numero di sovrimpressioni e transizioni), JFK – Destiny Betrayed riesce a incollare allo schermo.