Al cinema sono tanti i ruoli femminili che hanno fatto la storia: vediamo insieme cinque personaggi femminili poliedrici che abbiamo amato sul grande schermo
Il cinema ha spesso riservato alle donne il ruolo della “damigella in difficoltà” o del trofeo accanto al protagonista maschile.
Col tempo, i ruoli femminili si sono evoluti, inserendo personaggi fuori dalle righe, che hanno spazzato via gli stereotipi, portando sulla pellicola ruoli a 360°, che spaziano su diverse personalità ed emozioni.
Vediamo insieme quindi cinque personaggi femminili poliedrici che abbiamo amato.
I migliori personaggi femminili poliedrici che abbiamo amato
Holly Golightly – Colazione da Tiffany (1961)
Se parliamo di personaggi femminili poliedrici, non possiamo che iniziare con Holly Golightly, protagonista del classico senza tempo Colazione da Tiffany, interpretata da Audrey Hepburn. Il film è diretto da Blake Edwards e tratto dall’omonimo romanzo del 1958 di Truman Capote.
Il film si apre con l’immagine di lei, all’alba, di fronte alle vetrine di Tiffany & Co., mentre consuma una veloce colazione. Il personaggio di Holly, all’apparenza frivolo, nasconde una grande intensità, espressa magistralmente da Audrey Hepburn. Holly riesce ad essere, allo stesso momento, una donna sognatrice e disincantata, allergica ad ogni tipo di relazione, anche quella con un gatto randagio, a cui non riesce a dare neanche un nome, chiamandolo solamente “Gatto”.
Holly vive la sua vita tra feste e uomini ricchi, diventando il centro di tutto, ma non facendo parte di nulla. Nella sua Moon River, cantata in solitaria sul balcone, percepiamo tutto il suo senso di solitudine e un senso di inadeguatezza, che probabilmente non riesce neanche ad ammettere a se stessa.
Leia Organa – Star Wars
La Principessa Leia è sicuramente uno dei personaggi femminili più iconici del mondo del cinema. Si tratta di una dei protagonisti della saga fantascientifica di Star Wars, interpretata da Carrie Fisher.
Se, inizialmente, viene rappresentata come la damigella in difficoltà in Una nuova speranza, ci mette poco a far notare la sua determinazione e il suo cipiglio, nonché la sua abilità al momento di combattere (col blaster sicuramente è più brava degli Stormtrooper).
Leia riesce a concentrare facilmente la sua figura pubblica (prima principessa e poi generale) con quella combattiva, diventando il cuore della Resistenza.
Si tratta sicuramente di un’icona femminile che ha rotto gli schemi: il genere fantascientifico, negli anni Settanta, era un campo prevalentemente maschile, ma Leia Organa si allontana dallo stereotipo della controparte femminile sessualizzata e diventa un vero e proprio simbolo della ribellione. Il suo unico “punto debole” è l’amore che prova per Han Solo, che la rende umana, fragile, ma allo stesso tempo la sua autorità non viene mai messa in discussione.
Clarice Starling – Il silenzio degli innocenti (1991)
Tra i personaggi femminili poliedrici annoveriamo anche Clarice Starling, protagonista de Il silenzio degli innocenti, film del 1991, diretto da Jonathan Demme.
Clarice, interpretata da una formidabile Jodie Foster, è la controparte buona del villain del film: il dottor Hannibal Lecter, interpretato da un altrettanto formidabile Anthony Hopkins (entrambi, infatti, vinsero l’Oscar per le loro performance).
Clarice Starling è una promettente recluta a cui viene assegnato il compito di risolvere il caso di un nuovo assassino seriale che scuoia le sue vittime. Per risolvere il caso, interroga il serial killer Hannibal Lecter, già in prigione da otto anni, dopo aver ucciso e divorato diverse vittime.
Quello che s’instaura tra Clarice e Lecter è un gioco di potere che diventa un rapporto molto intenso: Lecter è uno psicologo e psicanalizza Clarice, segnata dalla morte del padre e dalla scena straziante della macellazione di alcuni agnelli.
Nonostante sia un efferato serial killer, Clarice non si lascia intimidire da Lecter, anzi, riesce a sfidarlo e a metterlo alla prova, entrando quasi nella sua psiche. Inoltre, Clarice è un personaggio capace e determinato, che dimostra di essere all’altezza della situazione, sdoganando quello stereotipo anticonformista e sfrontato che c’è spesso nei protagonisti del genere poliziesco.
Jackie Brown – Jackie Brown (1997)
Tra i personaggi femminili poliedrici non poteva mancare Jackie Brown, protagonista dell’omonimo film del 1997, diretto da Quentin Tarantino, interpretata da Pam Grier.
Tarantino è sempre riuscito a regalarci ritratti femminili di spicco, basti pensare a La Sposa in Kill Bill o Mia Wallace in Pulp Fiction. Qui ci regala un altro personaggio femminile degno di nota, nel suo film meno personale, nel quale sono assenti molte delle caratteristiche tipiche del suo cinema.
Jackie Brown è una donna estremamente sola, vittima di un sistema violento. Nonostante questo, usa la sua furbizia per tirarsi fuori da situazioni difficili. Jackie è una donna cinica, disillusa, perspicace e indipendente, capace di manipolare le persone e le situazioni a suo favore. Si tratta di un ruolo estremamente importante nel cinema di Tarantino, poiché mostra la volontà di una donna. Jackie riesce a passare sopra a tutto e tutti per raggiungere il suo obiettivo sacrosanto: la libertà.
E se Tarantino ci ha regalato spesso personaggi femminili degni di nota, con Jackie Brown riesce a riassumere la natura femminile in un solo personaggio, regalandoci il ritratto di un personaggio tenace, indipendente, ma anche estremamente vulnerabile.
Mildred Hayes – Tre manifesti a Ebbing, Missouri (2017)
Terminiamo la nostra lista di personaggi femminili poliedrici con Mildred Hayes, la protagonista di Tre manifesti a Ebbing, Missouri, film del 2017, diretto da Martin McDonagh.
Mildred è interpretata da Frances McDormand, una delle attrici più anticonformiste della Hollywood di oggi e chi, meglio di lei, poteva interpretare un personaggio così sfaccettato.
Mildred è una madre divorziata, con un figlio a carico. L’altra figlia è stata violentata e bruciata viva, ma non è stato ancora trovato un colpevole. Per questo, decide di affittare tre cartelloni per chiedere giustizia.
La bellezza e l’intensità di questo film risiedono nella sceneggiatura, nella bravura degli attori (ricordiamo anche un Sam Rockwell impeccabile) e i dialoghi. Ma soprattutto vediamo il ritratto di una donna che non è quella che ci aspetteremmo: Mildred è dilaniata dal dolore, ma raramente si crogiola in esso. La vediamo sfidare lo sceriffo, la vediamo protagonista di atti violenti e di dialoghi amari: in Tre manifesti a Ebbing, Missouri, assistiamo ad una rappresentazione diversa del dolore per la perdita di una figlia, un dolore che si mischia alla rabbia cieca, in cerca di giustizia.
Mildred non ha niente da perdere, la vita le ha già tolto tutto. Per questo riesce a incanalare tutto il suo dolore nella rabbia, alla ricerca dell’assassino di sua figlia.
E voi quale fra questi personaggi femminili poliedrici preferite?