Julius Avery, il regista di Overlord (l’horror su zombie nazisti al cinema dall’8 novembre), è stato incaricato di scrivere e dirigere un nuovo adattamento di Flash Gordon.
Nei fumetti, creati negli Anni Trenta da Alex Raymond, Flash Gordon è un giocatore di polo alla Yale University, che diventa eroe spaziale quando la Terra finisce in rotta di collisione con il pianeta Mongo. Grazie ad un razzo progettato dal dottor Zarkov, Flash e la sua compagna Dale arrivano sul pianeta, che scoprono governato dallo spietato Imperatore Ming. Ming ha usurpato il trono, che spetterebbe al Principe Barin, che ora guida un movimento di ribellione che unisce i vari popoli che vivono su Mongo: regni di ghiaccio e popoli subacquei, Uomini Falco e Uomini Leone.
Il fumetto fu subito adattato per il cinema con tre serial cinematografici, che influenzarono il giovane George Lucas il quale, vistosi rifiutare i diritti per riportare Flash Gordon al cinema negli anni ’70, decise di crearsene una sua versione, e sappiamo com’è andata a finire.
I diritti erano infatti già stati acquistati da Dino De Laurentiis che, dopo un paio di tentativi falliti con Federico Fellini, Sergio Leone e Nicolas Roeg, si affidò all’Inglese Mike Hodges, e Flash Gordon arrivò finalmente al cinema nel 1980, in una versione molto sopra le righe interpretata da Sam J. Jones nel ruolo principale, e ricordata per la presenza di Ornella Muti nel ruolo della Principessa Aura (figlia di Ming) e quella di Max Von Sidow in quella dell’Imperatore stesso. Timothy Dalton era il Principe Barin, Brian Blessed il Principe degli Uomini Falco, Vultan.
Oltre che, naturalmente, per la colonna sonora dei Queen:
Il principale ostacolo per Avery sarà la gestione del personaggio di Ming. Se un supercattivo con nome e fattezze orientali (peraltro interpretato da un attore svedese) non ha fatto grande scalpore per tutto il secolo scorso, la maggiore sensibilità moderna all’etnia di personaggi e interpreti può rendere difficile un adattamento che sia al tempo stesso fedele e corretto: c’è chi ancora non ha perdonato a Shane Black la sua versione del Mandarino. (Deadline)