Sing 2 recensione film di Garth Jennings con Matthew McConaughey, Reese Witherspoon, Scarlett Johansson, Taron Egerton, Tory Kelly e Bono
Buster Moon ci vuole riprovare: dopo aver allestito quel grandioso spettacolo cinque anni fa in Sing, ora ha aperto il 39° Torino Film Festival. Sing 2 sarà in anteprima l’11 e il 12 dicembre e successivamente in tutte le sale dal 23 dicembre.
Fedeli al suo marchio, Chris Meledandri e Illumination hanno creato ad hoc un dolcetto freschissimo e dannatamente invitante, facile da inghiottire in un sol boccone e progettato per massimizzare il piacere del pubblico, sia alla prima che alla milionesima visione.
Sing 2: la trama
Buster Moon ha un sogno: diventare il koala di maggior successo nello showbiz. In Sing è riuscito a salvare quel locale fatiscente che, per grande determinazione, concede a Moon e i suoi amici il sold-out ogni sera. Ora, in Sing 2 torna il motto del “volere è potere”, con un Buster Moon che vuole puntare decisamente più in alto e che, insieme ad alcuni vecchi amici, tra i quali Rosita (Reese Witherspoon), Ash (Scarlett Johansson) e Meena (Tori Kelly) si receranno a Redshore City – la capitale dell’intrattenimento – e lanciare uno spettacolo mai visto prima. Tuttavia, senza alcun aggancio, lui e i suoi cantanti dovranno intrufolarsi negli uffici della Crystal Entertainment, gestita dallo spietato magnate dei lupi Jimmy Crystal (Bobby Cannavale), dove la banda propone la ridicola idea di inserire nello show la leggenda del rock Clay Calloway (Bono). Buster deve così intraprendere una ricerca per trovare l’ormai isolato Clay e convincerlo a tornare sul palco.
Sing 2: il commento
Squadra che vince non si cambia, anche in questo sequel Illumination ha deciso di puntare e riutilizzare la sua formula vincente. Attenzione però, tutto ciò non è sinonimo di pigrizia: anzi Sing 2 presenta alcune tra le animazioni più divertenti e più riuscite dello studio fino ad oggi. Gli intermezzi musicali sono il carro trainante dell’opera e divertono grandi e piccini. I conflitti che sorgono durante la visione del film sono facili da indovinare: Johnny deve riuscire in un numero di danza, ma ha enormi difficoltà; Rosita, a causa delle vertigini, non riesce ad eseguire il suo numero acrobatico; Meena è in evidente imbarazzo per un numero romantico insieme allo yak più narcisista di tutta Redshore City e poi Jimmy Crystal pretende che sua figlia Porscha (Halsey), non abilissima come attrice, abbia uno dei ruoli principali. Ma la parte più difficile sarà proprio convincere il vecchio leone Clay Calloway a riprendere in mano la sua chitarra. La morale del “se vuoi, puoi” permea tutta la pellicola eppure non viene mai approfondita pienamente, ma semplicemente citata come forza motrice dei nostri cari personaggi.
Per i fan di Sing, questo secondo film è come ritrovarsi con i vecchi amici di sempre. Quasi tutti i doppiatori del primo capitolo sono tornati. Nella versione originale, troviamo Matthew McConaughey (Buster), Scarlet Johansson (Ash), Taron Egerton (Johnny), Reese Witherspoon (Rosita) e Tori Kelly (Meena); per il ruolo di Clay Calloway, il regista e scrittore Garth Jennings è riuscito ad arruolare nientemeno che il frontman degli U2 Bono, convinto anche dall’opportunità di promuovere il nuovo singolo Your Song Saved My Life.
Un film che vi farà cantare a squarciagola dall’inizio alla fine
Da Billie Eilish ai BTS, da Shawn Mendes a The Weeknd, da Elton John (Goodbye Yellow Brick Road) a Prince (Let’s Go Crazy) per passare poi ad Aretha Franklin (I Say a Little Prayer) e naturalmente gli U2 (I Still Haven’t Found What I’m Looking For). Forse la migliore scoperta sono gli intermezzi musicali con Miss Crawley, l’anziana iguana che funge da assistente a Buster e corre per le strada al ritmo di Chop Suey! dei System of a Down, un momento veramente divertente.
Sing 2 ricorda un enorme jukebox che ripetutamente ripropone agli spettatori brani su brani con l’intento di urlarti “Conosci questa canzone, vero? Allora cantala insieme a noi”.
Sogna in grande ma osa poco
La musica è la grande forza di Sing 2. Soprattutto nelle canzoni più dinamiche, è molto difficile riuscire a star fermi e non lasciarsi trasportare. Tuttavia, come scritto, dove la pellicola di Garth Jennings cerca di andare in profondità, semplicemente non colpisce le corde giuste. È in un certo senso ammirevole che tutto ciò che Sing 2 vuole che facciamo sia sederci, sorridere e cantare a squarciagola. Sarebbe però stato ancora più bello se con questo sequel gli autori si fossero spinti leggermente oltre, verso una narrazione più stratificata. Sing 2 rimane comunque una meravigliosa stazione radiofonica che in sottofondo sa come tenere compagnia ed intrattenere. E forse va più che bene così.