The Great 2 recensione serie TV di Tony McNamara con Elle Fanning, Nicholas Hoult, Gillian Anderson, Phoebe Fox, Charity Wakefield, Douglas Hodge, Sacha Dhawan, Bayo Gbadamosi e Belinda Bromilow
Se qualcuno non ha avuto ancora il piacere di conoscere Pietro III di Russia e Caterina The Great, ha assolutamente bisogno di recuperare il tempo perso magari dando ascolto a chi ne è rimasto entusiasta. Lo show televisivo creato da Tony McNamara è arrivato alla sua seconda stagione e la folle storia dell’ascesa del personaggio interpretato da Elle Fanning non ha assolutamente intenzione di tirare il freno.
Siamo ancora nel campo minato di una ricostruzione storica che si ferma al costume e all’onomastica per liberare un carnevale di storie ai confini della realtà. “An occasionally true story”, recita una delle tagline che accompagna l’intro delle puntate, a voler ribadire che il focus non è tanto la Storia, ma le storie spesso immaginate e ricamate su brandelli di fatti che hanno contribuito a renderla tale. Se nella prima stagione l’obiettivo era stabilire un tono distintivo che accompagnasse la trama nella messa a punto del colpo ai danni dell’imperatore, interpretato da Nicholas Hoult, in questi nuovi episodi il focus si sposta immediatamente sulle difficoltà che comporta un potere sterminato nelle mani di una persona sola.
Meglio una donna lungimirante e ingegnosa o un porco interessato solo a saziare la sua infinita libidine? L’astuzia di The Great sta nell’insinuare a poco a poco questa domanda apparentemente retorica nello spettatore, lasciando che le possibili risposte si susseguano e si contraddicano con ritmo incalzante. Anche una realtà immaginata e sopra le righe non si può ridurre ad una sterile polarizzazione, rivelando come se la cifra distintiva di qualsiasi storia è la variabile umana non si può prescindere da una profonda sfaccettatura delle cose. La platea di personaggi che affolla la corte di Russia, tra conferme e volti nuovi (Gillian Anderson su tutti), serve esattamente a scendere nelle profondità che si celano dietro personalità e nomi altisonanti da manuali storiografici.
McNamara ricomincia dalla fine della prima stagione per rovesciare i rapporti di forza che orchestravano i legami tra i suoi personaggi, sacrificando quindi un po’ di comicità e brillantezza, per accogliere la responsabilità di quella irriverenza accuratamente scritta e magistralmente messa in scena. Si scende di un tono, ma la musica continua a rimanere deliziosa e assolutamente non ripetitiva, sostenuta e rinforzata da due protagonisti che se possibile riescono a capitalizzare i loro personaggi nei loro scambi e nei loro sguardi.
La seconda stagione di The Great è disponibile su StarzPlay.