Ci sono pellicole che riescono a pungere nel vivo alcuni lati della nostra società, criticandone diversi aspetti: i migliori film di critica sociale che abbiamo amato
Il cinema non deve essere solamente intrattenimento, uno spettacolo (seppur bello) per gli occhi. Il cinema deve far discutere, deve portare sullo schermo tematiche importanti e battaglie sociali. Recentemente è stato distribuito da Netflix il nuovo film di Adam McKay, Don’t Look Up, che porta sullo schermo una dura critica sulla nostra società, sui social network e sui media. Il successo del film ha dimostrato come ci sia nel pubblico la voglia di conoscere più chiaramente la società in cui vive, compresi i suoi aspetti negativi.
I migliori film di critica sociale che abbiamo amato
Essi vivono (1988)
Per i nostri film di critica sociale, iniziamo con Essi vivono, cult del 1988, scritto e diretto da John Carpenter. La pellicola è tratta dal racconto Alle otto del mattino di Ray Nelson, del 1963. Il protagonista è John Nada, un uomo in cerca di lavoro. Nella periferia dove abita, c’è una piccola stazione televisiva indipendente che lancia messaggi antigovernativi, invitando la popolazione umana a svegliarsi, poiché “Loro vivono e Noi dormiamo”.
Con “Loro”, s’intende una razza aliena, che ha preso sembianze umane, per controllare le menti degli umani, tramite messaggi pubblicitari subliminali. John trova un paio di occhiali che mostra la vera identità di chi lo circonda. In Essi vivono troviamo una profonda critica alla società consumistica, tipica degli anni Ottanta, una decade dominata dalla pubblicità e dalla manipolazione della massa. Ma, soprattutto, Carpenter inserisce nell’opera le sue critiche alla politica di Reagan, evidenziando come essa riesca a “soggiogare le menti”.
In Essi vivono vediamo una profonda critica alla società di quegli anni, presentata attraverso la metafora di un racconto fantascientifico.
Fight Club (1999)
Se parliamo di film di critica sociale, non possiamo che citare Fight Club, altro cult, stavolta diretto da David Fincher, del 1999. Il film è la trasposizione dell’omonimo romanzo di Chuck Palahniuk. Il protagonista (di cui non sapremo mai il nome) lavora come consulente nel campo assicurativo. È fortemente frustrato per la vita che vive, schiavo del consumismo e vittima di depressione e insonnia. Durante un viaggio di lavoro incontra Tyler Durden, da cui scopre l’esistenza di un circolo segreto, il Fight Club, nel quale si riuniscono gli uomini insoddisfatti della loro vita. Oltre al grande colpo di scena finale del film, Fight Club riesce ad incarnare perfettamente la critica sociale che vuole raccontare. La pellicola, infatti, offre una profonda riflessione sul consumismo e l’alienazione dell’uomo moderno: per combattere il malessere che l’individuo prova, non c’è altro mezzo che la sofferenza fisica, che sostituisce quella mentale.
Ma quando la sofferenza è troppa, la colpa viene attribuita a quello stesso sistema malato che colpisce il singolo e lo fa “ammalare”.
Super Size Me (2004)
Tra i migliori film di critica sociale, spunta anche un film-documentario: Super Size Me è una pellicola del 2004, scritta e diretta da Morgan Spurlock.
Il protagonista decide di condurre un esperimento sociale e di nutrirsi per 30 giorni esclusivamente di cibo prodotto dalla catena di McDonald’s. Spurlock viene seguito, per tutto il corso dell’esperimento, da medici che registrano i cambiamenti della sua salute. Dopo appena pochi giorni, Spurlock ingrassa di 5 kg, ma entra anche in uno stato di depressione ed è vittima di forti mal di testa, tutti effetti che si attenuano dopo un altro pasto da McDonald’s. Nel corso della narrazione, vengono anche raccontati dei retroscena dietro alla catena di fast-food più famosa del mondo, soprattutto sull’apporto calorico dei cibi venduti.
In Super Size Me viene messa in luce una tematica importante nella società americana: l’obesità, che costituisce un problema sociale enorme e che influenza la vita dei cittadini.
Get Out (2017)
Un’altra pellicola di critica sociale è Scappa – Get Out, film del 2017, diretto da Jordan Peele, al suo esordio dietro la macchina da presa. Chris è un ragazzo afroamericano che decide di passare il weekend a casa della sua fidanzata Rose, una giovane donna bianca americana e benestante. Quello che sembrerebbe un weekend tranquillo, utile per conoscere la famiglia della fidanzata, si rivelerà un incubo, soprattutto dopo aver notato lo strano comportamento dei domestici, entrambi afroamericani. In Get Out ci troviamo di fronte ad un thriller-horror psicologico, con diversi elementi appartenenti alla commedia nera. Grazie a una particolare maestria, presente sia nella sceneggiatura che nella regia, lo spettatore viene catturato in questo turbinio di eventi, che sviano continuamente le sue convinzioni. È presente una forte critica sociale, che poggia su riferimenti storici e accenni all’attualità, e che permette di parlare di tematiche importanti, come la disuguaglianza e il diverso trattamento della polizia tra bianchi e neri (tematica molto calda negli Stati Uniti) seppur con una vena ironica e strizzando l’occhio a qualche stereotipo.
Parasite (2019)
Terminiamo la nostra lista di film di critica sociale con Parasite, film del 2019, diretto da Bong Joon-ho, che ha conquistato pubblico e critica, vincendo quattro premi Oscar e battendo svariati record.
La famiglia Kim vive in condizioni di povertà, in uno squallido appartamento nel seminterrato di un palazzo. Seppur poveri, sono molto legati fra loro, anche se vivono in una costante ansia per il presente e il loro futuro. Il figlio della famiglia Kim viene assunto per impartire alcune lezioni alla figlia adolescente della famiglia Park, estremamente ricca, che vive in una lussuosa villa. Col passare del tempo, la famiglia Kim riuscirà a infiltrarsi nella famiglia Park, lavorando per loro, cercando di rubare la loro vita.
Parasite è una pellicola molto intelligente, diretta in modo impeccabile e che riesce a cambiare genere in modo continuo, passando dalla commedia, al dramma e al thriller.
Nel film si stagliano due famiglie, che sono agli antipodi: la famiglia Kim, povera e incerta sul futuro, che vive di sotterfugi e la famiglia Park, ricca e privilegiata, che vive in una bolla dorata.
Durante tutta la pellicola, Bong Joon-ho racconta le differenze tra ricchi e poveri, non lesinando critiche alla società coreana.
E voi quale film di critica sociale preferite?