La fiera delle illusioni – Nightmare Alley recensione film di Guillermo del Toro con Bradley Cooper, Cate Blanchett, Toni Collette, Willem Dafoe e Rooney Mara
Guillermo Del Toro intraprende un viaggio nel suo mondo fantastico con il mostro più crudele di tutti: l’essere umano. In tutta la sua filmografia ha cercato di mostrarci che, in termini di spietatezza, gli umani superano di gran lunga qualsiasi altra creatura.
La fiera delle illusioni – Nightmare Alley è l’adattamento dell’omonimo libro di William Lindsay Gresham e, allo stesso tempo, un remake del film omonimo del 1947 diretto da Edmund Goulding con Tyrone Power, Joan Blondell e Coleen Gray.
È la storia del truffatore e ambizioso Stanton Carlisle (Bradley Cooper) che sopravvive in un circo negli anni 40. Grazie agli insegnamenti della veggente Zeena (Toni Collette) e del marito mentalista Pete (David Strathairn) riuscirà, a costo di mentire, a fingere di essere un potente medium in grado di parlare con i morti. Fatale sarà l’incontro con la misteriosa psichiatra Lilith Ritter (Cate Blanchett) che sembra avere altri piani e potrebbe risultare il più grande ostacolo da superare.
Avidità, bugie, moralità, manipolazione sono le tematiche rappresentate sullo schermo. Lo scenario descritto è quello di un mondo in cui la chiave del successo sta nell’approfittare della sofferenza, dell’ignoranza e delle debolezze altrui allo scopo di trarne vantaggio.
Le creazioni di Del Toro nascono dai racconti popolari applicando costantemente la sua visione sfarzosa e avvolgente del linguaggio audiovisivo. Sotto questo aspetto, la prima parte del film è quella dove lo spettatore gode di più: il ritratto del mondo delle fiere, con i suoi mostri e le sue principesse, con i suoi uomini forzuti e i fenomeni da baraccone.
Il circo itinerante pieno di “mostri” è la scusa perfetta per ripercorrere un’intera galleria di elementi grotteschi e di personaggi stravaganti. L’ambientazione ricorda un qualunque episodio della serie Carnivàle ma, soprattutto, richiama e rimanda al meraviglioso Freaks di Tod Browning del 1932.
Il lavoro svolto sia nella scenografia che nei costumi è grandioso e riesce a far immergere lo spettatore nello sfavillante mondo dello spettacolo. I dettagli sono resi perfettamente, grazie ad un tono originale tra gotico e barocco distillato in noir.
La fiera delle illusioni – Nightmare Alley è cupo e pessimista fino alla disperazione. C’è un aspetto però di Del Toro che non cede a questo lato oscuro: è lo sguardo pieno di affetto che dedica ai suoi personaggi, rendendoli così meno mostruosi. Lo porta a compimento anche grazie al grandissimo cast scelto per questo adattamento: Bradley Cooper, Cate Blanchett, Rooney Mara, Toni Collette, Ron Perlman. Le loro performance sono predominanti, capaci di pennellare personaggi profondi per i quali proviamo, al tempo stesso, sia empatia che disprezzo.
Il regista messicano si allontana dal fantasy per esplorare nuovi temi, più terreni. Del Toro lascia sempre un marchio di fabbrica in tutte le sue opere. Marchio che però può rivelarsi un’arma a doppio taglio, per questo lo preferiamo quando crea una sua storia completamente originale.
La fiera delle illusioni – Nightmare Alley potrebbe essere considerato il film più esistenzialista ma allo stesso tempo la più barocca delle sue opere; Guillermo Del Toro abbandona la ricerca del magico e del soprannaturale per cimentarsi in una esplorazione sontuosa del vuoto dell’animo umano.
Un antro buio, nel quale solo i coraggiosi si avventurano.