Full Time - Al cento per cento

Full Time – Al cento per cento recensione film di Éric Gravel con Laure Calamy [Anteprima]

Full Time – Al cento per cento recensione film di Éric Gravel con Laure Calamy, Anne Suarez, Geneviève Mnich, Sasha Lemaitre Cremaschi e Nolan Arizmendi

A perdifiato per le strade parigine, continuamente di corsa per dividersi tra lavoro e figli, in una condizione che la costringe a non fermarsi mai, senza alcuna possibilità di inciampo. Presentato nella sezione “Orizzonti” della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove ha vinto il premio per la miglior regia e per la migliore attrice, Full Time – Al cento per cento potrebbe essere la storia di tante madri single abbandonate da mariti irresponsabili, come la protagonista Julie, che si trovano a rincorrere la vita, a inseguirla strenuamente. Sullo sfondo c’è Parigi, una metropoli non più accogliente, pullulante di persone e deformata da uno sciopero dei trasporti che mette in crisi l’ordinaria routine di chi ha la necessità di rispettare una tabella di marcia, senza possibilità di slittamenti.

Il regista Éric Gravel, alla sua opera seconda, porta il dramma sui binari dell’action, prende lo spettatore e lo fa correre insieme alla sua protagonista e lo trascina in un vortice pieno di ingorghi, muovendo freneticamente la macchina da presa come se volesse simulare il caos che alberga all’interno e all’esterno di chiunque è costretto a non fermarsi mai.

Full Time - Al cento per cento recensione film di Éric Gravel con Laure Calamy
Full Time – Al cento per cento di Éric Gravel con Laure Calamy, Anne Suarez e Geneviève Mnich (Credits: I Wonder Pictures)
Laure Calamy
Laure Calamy (Credits: I Wonder Pictures)

Il cinema europeo, e in particolare quello francese, mostra da anni una certa attenzione alle storture di un mercato economico in cui si amplia sempre di più la forbice tra chi è ricchissimo (pochi) e chi fa fatica ad arrivare a fine mese (la maggior parte delle persone). In un contesto sociale in cui conta solo sopravvivere, il lavoro non nobilita e, al contrario, diventa uno strumento di sottomissione, in particolare per chi ha una situazione personale problematica e deve andare avanti. In questo senso, Full Time ha molti punti di contatto con il modo di fare cinema di Stéphane Brizé, che in La legge del mercato e In guerra aveva utilizzato lo stesso registro espressivo nel raccontare la condizione di impotenza nel rapportarsi a un mondo del lavoro in cui non sembrano esistere più i diritti. La parabola di Julie e il suo rincorrere continuamente la giornata per non arrivare in ritardo ricordano, inoltre, il percorso esistenziale di Eli (Isabella Ragonese), protagonista di Sole cuore amore, film troppo sottovalutato di Daniele Vicari.

Laure Calamy
Laure Calamy (Credits: I Wonder Pictures)

Éric Gravel si mantiene in equilibrio tra la frenesia della messa in scena e la forza del messaggio, tra la suspense e la riflessione. In alcuni momenti accetta lo stereotipo, ma intorno costruisce un racconto che è estremamente aderente alla realtà, senza vie di fuga approssimative. In scena c’è la vicenda “privata” di Julie, ma anche il ritratto di una società fagocitante che non risparmia nessuno e che non concede una seconda possibilità (anche se ritrovare se stessi e prendersi una pausa può essere l’unico modo per sopravvivere). In un film molto fisico, che richiede un’interpretazione di grande sostanza, un importante valore aggiunto viene da Laure Calamy, capace di reggere il peso della narrazione con una presenza tenace e le sfumature emotive della sua recitazione. Alternando durezza e sensibilità, l’attrice francese dà corpo a un personaggio forte, un’eroina che non indietreggia di fronte alle angherie della vita.

Full Time riesce quindi a trovare quella giusta armonia tra dramma e racconto sociale, lasciando allo spettatore la possibilità di colmare alcuni vuoti con la propria elaborazione personale. Non ci sono giudizi, non esiste una morale comune, semplicemente le reazioni sono la conseguenza di un contesto che non segue le leggi dell’etica e del buonsenso. Un film attuale, termine a volte usato a sproposito, che ribadisce la potenza del cinema francese quando torna, e lo fa spesso, a confrontarsi con la realtà di tutti i giorni. E a coglierne le contraddizioni.

Full Time - Al cento per cento recensione film di Éric Gravel con Laure Calamy
Full Time – Al cento per cento di Éric Gravel (Credits: I Wonder Pictures)

Sintesi

Full Time porta il dramma sui binari dell’action e trascina lo spettatore in un vortice pieno di ingorghi. In equilibrio tra la frenesia della messa in scena e la forza del messaggio, tra la suspense e la riflessione, il film ribadisce la potenza del cinema francese quando torna, e lo fa spesso, a confrontarsi con la realtà di tutti i giorni.

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