I peggiori giorni recensione film di Massimiliano Bruno e Edoardo Leo con Massimiliano Bruno, Edoardo Leo, Anna Foglietta, Giuseppe Battiston, Rocco Papaleo, Ricky Memphis e Giovanni Storti
I peggiori giorni è un film commedia a tinte drammatiche diviso in quattro episodi, tutti ambientati in giorni festivi: Natale, Primo Maggio, Ferragosto e Halloween.
Il cast è quello delle grandi occasioni, molto articolato e scelto con cura. Massimiliano Bruno ed Edoardo Leo riescono a far esprimere agli attori scelti il loro potenziale e a fornire tridimensionalità ai personaggi.
Il fil rouge tra gli episodi è evidente. Tutte le quattro storie vedono i protagonisti alle prese con situazioni diverse, grottesche ed estreme, che rivelano sia verità scomode sia le intenzioni e il malessere che tutti celano.
Durante le festività tutti ci sentiamo a disagio, tutti nascondiamo i problemi o speriamo in un nuovo inizio. La sceneggiatura sottolinea il tutto e arriva al punto senza essere didascalica. In nessuna di queste storie si ha la sensazione di essere di fronte all’ennesimo capitolo incentrato su una festività caratterizzata dai soliti disastri familiari.
Il rapporto tra comicità e dramma è ben bilanciato e i personaggi compiranno azioni drastiche e dovranno toccare il fondo per comprendere il reale problema che affligge le loro vite.
I peggiori giorni è un affresco della società italiana contemporanea, con famiglie che vivono in silenzio, lavori precari, giovani abbandonati a sé stessi e una persistente disparità tra classi sociali. Realtà rimasta inalterata nonostante tutte le trasformazioni avvenute.
Una storia che non rappresenta la solita commedia. Il dramma arriva puntuale e sferzante, non si ha mai la sensazione di perdersi troppo nella commistione dei generi.
Durante la visione si percepisce, da un lato, l’aspirazione all’innovazione e, dall’altro, il desiderio di rievocare i tempi della “commedia all’italiana”, in cui si affrontavano temi sensibili e si divertiva il pubblico con gusto. L’obiettivo del ritorno a quei fasti non è completamente centrato, ma può essere comunque considerato un passo positivo, sia per il panorama italiano sia per lo spettatore che si riavvicina sempre più al cinema italiano.
Gli argomenti trattati sono molteplici e spaziano dalle maschere indossate all’interno delle famiglie durante le festività, al rischio di perdere il lavoro facilmente alle scuse che le persone si danno per giustificarsi, dal preoccupante fenomeno del revenge porn minimizzato con il banale “sono ragazzi”, sino alla divisione per classi ancora presente nella società.
I ruoli sono ben delineati e gli attori, scelti da Leo e Bruno, interpretano ognuno la propria parte in modo impeccabile. Sembra che le parti siano stato cucite addosso a determinati attori, che solitamente indossano una maschera specifica nei film in cui recitano, per fornirgli nuove sfaccettature interpretative.
Esempi su tutti sono quelli di Ricky Memphis, di Giovanni Storti o di Rocco Papaleo, il più delle volte cristallizzati nel “solito ruolo”. In questo contesto, hanno l’opportunità di esprimere il loro talento persino in interpretazioni negative, volgari o burbere.
La chimica del cast è palpabile e gli scambi fra Edoardo Leo e Massimiliano Bruno sono divertenti, accompagnati da una sempre puntuale Anna Foglietta. Giuseppe Battiston e Fabrizio Bentivoglio ci regalano prestazioni degne di una pièce teatrale e i dialoghi sono ben comprensibili nonostante il dialetto possa risultare fastidioso per alcuni. Tuttavia, il parlato è funzionale alla narrazione e viene utilizzato con equilibrio.
Gli episodi possono piacere uno più dell’altro, ma è difficile restare indifferenti al film Vision Distribution nella sua interezza.
La regia di Edoardo Leo e Massimiliano Bruno riesce a catturare bene l’atmosfera voluta e la scrittura risulta ben calibrata, sebbene a tratti possa risultare un po’ statica facendo parlare troppo gli attori.
Si conferma la voglia dei due registi di voler sperimentare sia nella narrazione che nell’approccio alla materia. Le sbavature ci sono e il ritmo forse nella fase centrale cala un pochino, ma il risultato nel complesso è molto buono e in questa estate caldissima può essere una boccata d’aria fresca.