Nata per te recensione film di Fabio Mollo con Pierluigi Gigante, Teresa Saponangelo, Barbora Bobulova, Alessandro Piavani, Antonia Truppo e Liliana Bottone
“Un pezzo alla volta, fino a Marte”. Così Fabio Mollo tratteggia una storia che non si limita a descrivere il rapporto dolce e delicato di una figlia e di un padre – che non sono famiglia per sangue ma per logica – ma stigmatizza anche l’attuale tessuto sociale e giuridico che non sembra essere in grado di promuovere l’amore in tutte le sue forme.
La vicenda si svolge tra le vie di Napoli dove Luca (Pierluigi Gigante), un giovane uomo credente e omosessuale, insieme al suo compagno di vita, Lorenzo (Alessandro Piavani), coltiva il sogno di poter adottare un figlio e costruire una famiglia a cui dedicare tutto l’amore che sente in grado di donare.
L’occasione per i due si presenterà quando una donna partoriente sceglie di lasciare la propria bambina, affetta dalla sindrome di Down, alle cure dell’ospedale dove una amorevole infermiera (Antonia Truppo) la prenderà sotto la sua ala protettiva, dandole il nome di Alba Stellamia.
Il percorso di Alba sembra condurla tra le braccia di Luca, da anni impegnato nel volontariato e fondatore di una casa famiglia per bambini disabili, un’opera unica nel suo genere nel Sud Italia. Una soluzione ideale, poiché la nuova legge sembra consentire l’adozione da parte di persone single, a patto che siano soddisfatte determinate condizioni.
Purtroppo, però, il futuro padre dovrà scontrarsi contro i dettami estremamente severi di una legge ferma a 40 anni fa che non sembra essere troppo propensa ad allontanarsi dai canoni di quella che è la ‘famiglia tradizionale’.
Adattamento dell’omonimo libro della storia di Luca Trapanese un uomo single e di sua figlia Alba, che dal 2018 è a tutti gli effetti stata adottata da Luca e ha preso il suo cognome, è il racconto di un’eccezione.
Trapanese, durante la conferenza stampa, ha condiviso le difficoltà che ha affrontato come uomo single nel processo di adozione, dato che poteva presentare solo una richiesta di affido. La straordinarietà di questa vicenda risiede nel fatto che Alba, abbandonata in ospedale, non riusciva ad essere collocata tra le cosiddette coppie tradizionali che soddisfacevano i requisiti per l’adozione. Proprio per questo motivo il tribunale lo ha contattato per l’affidamento della bambina affetta da sindrome di Down, un affidamento che nel corso del tempo è stato trasformato in un’adozione grazie all’articolo 44 del 1983.
Fabio Mollo rappresenta un promettente talento nel panorama della cinematografia italiana. Dopo il convincente My Soul Summer del 2022, confeziona un’opera matura che sa colpire dritto al cuore degli spettatori senza però perdersi in snervanti drammi o eccessive retoriche.
La regia è essenziale nel seguire il percorso del protagonista, grazie anche ad un uso del montaggio alternato che permette di tracciare due linee parallele che descrivono il passato e al tempo stesso giustificano ed accompagnano la sua maturazione del presente. La camera lascia da parte movimenti particolari concentrandosi, invece, nel sottolineare le emozioni di un bravissimo Pierluigi Gigante, attraverso il frequente uso di primi piani sottolineando l’espressività dei suoi occhi.
La scenografia offre un contesto perfettamente aderente, Napoli appare al tempo stesso popolare e poetica grazie all’uso della luce naturale che definisce le immagini e dona un’aura di speranza. Al contrario, le luci crepuscolari degli uffici giuridici intensificano i momenti di sfiducia e preoccupazione.
In Nata per te appare evidente la partecipazione emotiva da parte dell’autore che scava nelle contraddizioni di una società che a parole aspira a essere progressista, ma alla fine della fiera persiste nel seguire tradizioni consolidate ma superate dai tempi.
Se l’intento era quello di illustrare un racconto di formazione, le strade parallele sembrano convergere verso una ferma critica alla società che sopprime tutti i tentativi di innovazione.
Le sequenze più “politiche” sono ottimamente mostrate grazie alla accurata descrizione dell’ingiustizia che muove il giudice Gianfelici, interpretata da Barbora Bobulova. Una figura severa ma giustificata dal quadro giuridico: la necessità di far rispettare una legge, che se ad oggi appare obsoleta è pur sempre in vigore.
Se da una parte il carattere sociale della pellicola colpisce nel segno, dall’altra è più manchevole nel delineare la seconda tematica della pellicola: descrivere la nascita di un rapporto sincero e credibile tra il neo-papa Luca e la bambina Alba.
I momenti tra loro due sono pochi e troppo poco incisivi perché si percepisca veramente l’instaurarsi di un amore sincero e puro, rendendo quindi meno efficace il messaggio di amore che il film vorrebbe veicolare.
Grazie anche all’eccellente lavoro del comparto tecnico, risulta evidente il messaggio principale della pellicola: evidenziare quanto sia irragionevole negare a una bambina una vita serena a causa di una procedura burocratica sicuramente inadatta.
Nata per te non solo rivela l’esito positivo di una vicenda, ma offre anche la prospettiva di sensibilizzare il pubblico e apportare urgentemente un cambiamento culturale da adesso in poi.