Hit Man recensione film di Richard Linklater con Glen Powell, Adria Arjona, Austin Amelio, Retta, Sanjay Rao, Evan Holtzman [Anteprima]
Come si inquadra il cinema di Richard Linklater? Ancor meglio, ha senso imbrigliare il suo cinema in uno o più generi per definirlo?
Passando in rassegna la sua filmografia, le risposte sembrerebbero tangenti a temi e modi centrali ma mai definitive, ma Hit Man agita per l’ennesima volta la neve all’interno della sua sfera di cristallo.
Non è la prima volta che il regista texano esplora la commedia romantica – la trilogia Before è ancora oggi un punto di riferimento – ma qui ricama una commedia degli equivoci che racconta di come Gary Johnson, un ordinario professore universitario, che allo stesso tempo è Ron, un aitante sicario della polizia di Houston: un qualcosa di difficile anche solo da pensare.
L’innesco arriva dalla cronaca, ma la messa in scena è frutto del lavoro di Linklater insieme alla star maschile del film, Glen Powell, all’esordio ufficiale come sceneggiatore.
Il coefficiente di difficoltà elevato di una realtà che già da sola va oltre l’immaginazione cinematografica ha reso l’equilibrismo del duo complicato, anche soltanto per rendere il tono screwball credibile nei limiti della contraddizione in termini.
La storia rimane a lungo centrata grazie alla potente naturalezza con cui Powell attore, Adria Arjona e il supporting cast occupano lo spazio creato dalla catena di eventi ad effetto. Che si tratti di tensione sessuale – l’alchimia tra le due star è seducente e la sequenza che li vede protagonisti sul finire del terzo atto vivrà una vita virale a se stante – di caricare un’interpretazione o di giocare con le aspettative dello spettatore, Hit Man porta a termine il suo incarico con professionalità e dedizione.
Dalla presentazione fuori concorso alla 80° Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia allo sbarco nelle sale e, a ruota, su Netflix. Linklater riesce a piazzare un nuovo colpo da maestro in quel cinema commerciale sempre più in difficoltà e pallido imitatore di se stesso troppo impegnato a trascinare gli adulti in un’eterna nostalgia anzichè approfittare delle sue vulnerabilità.
La brillantezza ottenuta dal lavoro di persone che ancora si interrogano su cosa possa suscitare l’interesse di un pubblico sempre più selettivo è la medaglia al valore di Hit Man e del genere-Linklater, definibile soltanto con l’applicazione instancabile della passione alla vorace curiosità verso storie che raccontano della nostra umanità.
Soprattutto quando viene sepolta sotto trame degne del teatro plautino.
