La storia di Souleymane

La storia di Souleymane recensione film di Boris Lojkine

Un dramma toccante ma dal passo incerto, vincitore del Premio della giuria Un certain regard e della migliore interpretazione maschile.

La storia di Souleymane recensione film di Boris Lojkine con Abou Sangare, Nina Meurisse, Alpha Oumar Sow e Emmanuel Yovanie 

 

La storia di Souleymane si presenta così (Credits: Academy Two).
La storia di Souleymane si presenta così (Credits: Academy Two).

Nella vita si è spesso ad un bivio, in trepidante attesa di venire considerati per quello che siamo e per il nostro valore. Tuttavia, il mondo là fuori non ci considera reputandoci “oggetti indesiderati”, dei reietti pronti a essere spediti chissà dove, solo perché non tutti possono rimanere nel paese all’apparenza accogliente.

Questo è, a grandi linee, il lungo (e difficile) momento attraversato dal protagonista di La storia di Souleymane, da qualche settimana nelle sale italiane con Academy Two e fresco vincitore di ben due premi: Un certain regard, ovvero il premio della giuria, e miglior attore per Abou Sangare, che interpreta un giovane guineano partito per la Francia in cerca di lavoro e di un posto sicuro dove poter vivere, ma interconnesso con un ecosistema ostile e riluttante.

Souleymane, come molti altri nella stessa situazione, non desidera altro che un futuro migliore per se e per la propria famiglia, una speranza di poter definirsi un cittadino libero a tutti gli effetti. Sangare è bravo ad animare con forza il personaggio intrepretato, rendendolo più di un semplice migrante in fuga dal paese natio, spesso descritto attraverso ridondanti stereotipi.

Ma a rendere convincente La storia di Souleymane è soprattutto la regia di Boris Lojkine, regista transalpino al terzo lungometraggio per il cinema e attivo nel circuito festivaliero già da qualche anno. Lojkine è molto attento a tratteggiare ogni stato d’animo del personaggio principale e che non disdegna momenti di thriller asfissiante, in cui tutto appare nebbioso. Anche grazie ad un montaggio sempre adeguato ai tempi della narrazione.

Un film che, durante quasi tutti i 93 minuti (altro punto a favore, considerando le durate a volte spropositate e ingiustificate rispetto a quanto raccontato) non smette mai di premere sull’acceleratore, concedendo giusto un attimo di tregua nelle sequenze conclusive.
Purtroppo, proprio in quest’ultime battute, il film di Lojkine presta il fianco ad una narrazione per immagine incolore e piena di dubbi irrisolti, senza prendere realmente una posizione sull’annosa questione espressa poc’anzi.

Una scena di La storia di Souleymane (Credits: Academy Two).
Una scena di La storia di Souleymane (Credits: Academy Two).

Per fortuna questi difetti, seppur significativi, intaccano parzialmente l’economia generale del lungometraggio, poiché risulta diverso da ciò che ci si potrebbe aspettare da un’opera simile. Non un film memorabile da inserire in una lista dei migliori di sempre, ma è di estrema attualità e riesce ad emozionare nelle scene più toccanti.

La storia di Souleymane invita il pubblico a riflettere su tematiche importanti, rimarcando quanto questa problematica debba essere affrontata in modo più saggio, senza necessariamente cercare  “presunti colpevoli”.

Insomma, un piccolo film da vedere anche per osservare la questione da un punto di vista più interno all’azione.

Il trailer del film:

Sintesi

Un dramma sentito e toccante, che si avvale di una buona prova attoriale da parte di Abou Sangare e un comparto visivo discreto. Peccato solo per il finale, che va in parte a rovinare l'economia generale, poiché lascia più di un dubbio e non offre una reale soluzione all'annosa problematica presentata nel corso dello svolgimento narrativo.

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