Avetrana – Qui non è Hollywood recensione miniserie di Pippo Mezzapesa con Vanessa Scalera, Paolo De Vita, Giulia Perulli, Imma Villa, Federica Pala e Anna Ferzetti [RoFF19]
La miniserie che state per guardare, Avetrana – Qui non è Hollywood, racconta del delitto avvenuto nella tristemente nota cittadina pugliese. L’intento non è tanto di mostrarvi il fatto di cronaca in sé o il delitto in sé, bensì tutto quello che è successo prima e dopo: dalle indagini giudiziarie e i processi con le loro iniziative, intuizioni ed errori, il modo in cui le indagini hanno influenzato la reazione dei media e della società e il modo in cui i media e la società hanno influenzato le indagini.
Ci perdonerà Stefano Nazzi se abbiamo giocato con l’incipit della sua creatura Indagini, ma la serie scritta e diretta da Pippo Mezzapesa si inserisce in un approccio sistemico alla cronaca, scegliendo di astenersi dal giudizio moralizzatore tipico della tv generalista per concentrarsi sul contesto e sui reagenti documentati dalle carte processuali.
Un lavoro complesso e delicato, nato da una distanza temporale ancora troppo breve e da una materia incandescente a causa della morbosità con cui ha dominato l’agenda mediatica italiana. Tuttavia, nei primi episodi presentati in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2024, la miniserie riesce a scrollarsi di dosso qualsiasi pregiudizio riguardo alla necessità dell’operazione. D’altronde sono questi gli anni di un consumo quasi esasperato, dettato forse dal perenne desiderio di fare luce tra le ombre per mantenerle illusoriamente a distanza di sicurezza.
I fatti avvenuti ad Avetrana sono stati esposti nella scintillante vetrina di un giornalismo vampirico che ne ha estratto ogni singola goccia, abbeverandosi di un male tanto banale quanto ingenuo, fino raggiungere una sorta di sbornia e al conseguente rigetto.
In questo contesto, il cast della serie originale Disney+ – in particolare Vanessa Scalera, Giulia Perulli e Federica Pala – non si risparmia, restituendo con spaventosa naturalezza quella che a tutti gli effetti è stata una serie televisiva anni realizzata anni fa su altre piattaforme. Questo “remake” in quattro puntate è un distillato attento e mai superficiale di ciò che è stato e anche di ciò che non è avvenuto, problematizzando la dimensione umana con quella formula che ha fatto la recente fortuna di Ryan Murphy con i suoi Monsters.
L’unico neo che le si può riconoscere al momento è quel fuorviante e disastroso poster promozionale che gioca con i pregiudizi e la spettacolarizzazione della vicenda, ma qui, davvero, non siamo mica a Hollywood. Vedere per credere.