100 Liters of Gold recensione film di Teemu Nikki con Elina Knihlä, Pirjo Lonka, Ville Tiihonen, Pekka Strang [RoFF19]
L’alcol come via di fuga e catena che intrappola. Questo il filo rosso alla base di 100 Liters of Gold, commedia di Teemu Nikki presentata alla 19° edizione della Festa del Cinema di Roma.
La storia segue due sorelle distillatrici di sahti, un alcolico tradizionale risalente al Medioevo, ancora oggi molto diffuso nelle zone rurali della Finlandia. Quando la sorella “scappata” in città torna per annunciare il suo matrimonio e chiede loro di preparare il delizioso distillato, le due sono felicissime di poter aiutare, in quanto ancora assoggettate dalla figura del padre, campione nazionale nella preparazione della bevanda da anni e anni.
Potrebbe essere la loro occasione di farlo ricredere e dimostrare a tutti che il loro sahti è il migliore. E ci riescono, ma il risultato è talmente buono che lo bevono tutto in tre giorni. Rimangono soltanto 24 ore al matrimonio, sono sbronze e non possono di certo ricominciare il processo. Inizia così la loro disavventura alla ricerca dei 100 litri di sahti per il matrimonio della sorella.
100 Liters of Gold, la commedia di Teemu Nikki, non si esime dal mostrare le bruttezze della dipendenza dall’alcol, pur non demonizzandone l’abuso in modo esplicito. Certo, è chiaro che il messaggio perpetrato è quello, ma il film non si sofferma in modo lapalissiano a ricamare prediche sul dolore e la solitudine che può provocare.
A questo pregio si contrappone però un difetto: la comicità del film è piuttosto scontata, con battute prevedibili, interazioni forzate e dialoghi poco fantasiosi. Anche a livello registico, il film non valorizza le splendide interpretazioni di Elina Knihtilä e Pirjo Lonka, che restano l’unico vero elemento a tenere in piedi un progetto altrimenti poco convincente.