Io e te dobbiamo parlare recensione film di Alessandro Siani con Leonardo Pieraccioni, Francesca Chillemi, Brenda Lodigiani e Gea dall’Orto.
di Lavinia Colanzi
La crisi del cinema italiano, in particolare della commedia, è un tema che risuona da decenni. “Sento parlare di crisi del cinema italiano fin da quando sono piccola”, ricorda Federica Lucisano, produttrice del nuovo film di Alessandro Siani Io e te dobbiamo parlare, durante la presentazione della pellicola, che arriverà nelle sale il 19 dicembre.
Il film si inserisce in questo contesto delicato, affrontando la crisi della commedia italiana, un genere che, se in passato riusciva con facilità a riempire le sale, oggi si trova a fare i conti con un pubblico frammentato e con l’intrattenimento offerto dai social e dalle piattaforme di streaming.
Consapevole di questo scenario complesso, Alessandro Siani, nel suo ultimo lungometraggio, si confronta con la necessità di rinnovarsi, aprendo le porte a una riflessione sul rapporto tra passato e presente. La commedia diventa uno strumento per esplorare l’evoluzione culturale, cercando di mantenere un legame con le proprie radici senza però rimanere ancorata a schemi ormai superati. Siani, affiancato da Leonardo Pieraccioni, si cimenta in questo tentativo di revisione identitaria, dove la loro comicità fortemente radicata nelle tradizioni napoletana e toscana cerca di reinventarsi per dialogare con un mondo in continuo cambiamento.
La trama si sviluppa attorno a un complesso intreccio di relazioni personali e dinamiche generazionali. Antonio (Alessandro Siani) è l’ex marito di Matilde (Brenda Lodigiani), attuale compagna di Pieraldo (Leonardo Pieraccioni), con cui condivide la gestione della figlia Maria (Gea Dall’Orto). A completare il quadro, Sara (Francesca Chillemi), affascinante collega di Antonio e possibile fiamma del passato. La tranquillità dei protagonisti viene stravolta quando un caso criminale li costringe a uscire dalla loro routine, affrontando sfide imprevedibili e obbligandoli a mettersi in gioco in modi inaspettati.
La commedia si muove su un doppio binario. Da un lato, si rifà alla struttura tradizionale dello sketch cabarettistico, con gag esilaranti e momenti di goffaggine che strappano risate spontanee. Dall’altro, si introducono elementi di riflessione più profondi, come il rapporto conflittuale tra generazioni e l’impossibilità di arrestare il cambiamento. In questo senso, il personaggio di Maria diventa centrale: il suo parlare toscano, ascoltare trap napoletano, innamorarsi e impegnarsi per cause ambientaliste la rendono un simbolo di mescolanza culturale e di alternativa a una tradizione che rischia sempre più di perdere le sue capacità comunicative.
Maria e i suoi amici incarnano il presente che si muove velocemente, obbligando Antonio e Pieraldo a confrontarsi con il tempo che passa e con una realtà in cui i loro archetipi rischiano di apparire anacronistici. I due protagonisti tentano di adattare il presente alle loro figure immutabili, rimanendo spesso vittime delle proprie insicurezze, mentre Maria rappresenta un futuro che non si ferma e che propone una sintesi tra tradizione e modernità.
Uno dei punti più significativi di Io e te dobbiamo parlare è il suo valore metacinematografico, che riflette le difficoltà del genere comico nell’adattarsi ai ritmi e alle esigenze del presente. Al centro della narrazione troviamo il tentativo dei due protagonisti di superare le proprie maschere comiche abituali, per intraprendere un percorso di trasformazione. Questo cambiamento avviene grazie all’interazione con le nuove generazioni, che offrono una prospettiva fresca e attuale, spingendoli a confrontarsi con complessità e le contraddizioni
La narrazione si distingue per la volontà di andare oltre le formule consolidate, sperimentando nuove strade e tematiche. Sebbene questi tentativi possano apparire talvolta incerti o solo parzialmente riusciti, il film riesce comunque a bilanciare momenti di autentica comicità con spunti di riflessione più profondi. Tra i temi affrontati spiccano il confronto generazionale, il bisogno di adattarsi a un mondo in evoluzione e la difficoltà di accogliere il cambiamento senza rinnegare le proprie radici.
La regia di Siani tenta di bilanciare fedeltà al proprio stile e aperture verso un linguaggio più attuale. Grazie a un cast affiatato e a una sceneggiatura che combina tradizione e innovazione, Io e te dobbiamo parlare si configura come una commedia che cerca di parlare al presente, o che almeno mette a nudo le difficoltà di un comico che vive le sfide di stare al passo con il presente senza tradire le proprie radici. Il risultato è una pellicola che diverte, emoziona e invita a riflettere, dimostrando che la commedia italiana, nonostante le difficoltà, ha ancora molto da dire.