A Complete Unknown

A Complete Unknown recensione film di James Mangold con Timothée Chalamet [Anteprima]

A Complete Unknown si stacca dal biopic in senso stretto per concentrarsi su un Bob Dylan più inedito ma non meno importante.

A Complete Unknown recensione film di James Mangold con Timothée Chalamet, Edward Norton, Monica Barbaro, Elle Fanning P. J. Byrne

Elle Fanning e Timothée Chalamet in A Complete Unknown (Credits: Searchlight Pictures)
Elle Fanning e Timothée Chalamet in A Complete Unknown (Credits: Searchlight Pictures)

Intendiamoci: A Complete Unknown sta al biopic tanto quanto Maria. James Mangold pur essendo esteticamente distante da Pablo Larraìn, percorre, in modi e tempi, la strada di ciò che potrebbe invece essere definito, come nel basket, un clinic.

Nel grande panorama della filmografia biografica, esistono infatti una serie di film che estrapolano intervalli significativi non tanto di per sé quanto per la loro importanza nella costruzione del mito che cercano di raccontare.

E’ una buona regola spesso insegnata nei corsi di sceneggiatura: problematizzare il dato di fatto sfruttando i conflitti tematici che lo rendano interessante allo spettatore. Sarà tornata in mente, come spesso accade, anche al regista americano in fase di scrittura nello scoprire i nodi della figura di Bob Dylan oltre Blowin’ in the Wind e Mr. Tambourine Man, avendo come bussola il romanzo di Elijah Wald Dylan Goes Electric!.

Piuttosto che lanciarsi in una sviolinata filologica e cronologica di ricostruzione dei momenti salienti che hanno consentito allo sconosciuto ragazzo di New Jersey di diventare l’unico cantautore insignito del premio Nobel, meglio concentrarsi su come Robert Zimmerman abbia avuto insieme coraggio e naturalezza nel tradire le aspettative del pubblico che lo ha individuato come punto di riferimento culturale e politico per rimanere fedele soltanto alla musica e ai tempi che cambiano.

A Complete Unknown (Credits: Searchlight Pictures)
A Complete Unknown (Credits: Searchlight Pictures)

Psicoanaliticamente parlando, Timothée Chalamet rappresenta il figlio che compie il parricidio nei confronti dei suoi padri folk – Edward Norton e Scott McNairy nei panni di Pete Seeger e Woody Guthrie per liberarsi da etichette e loop asfissianti e riaffermare la sacralità e il potere della musica a prescindere dalla sua forma, anche di fronte a migliaia di persone che aspettano di ascoltare quello per cui hanno pagato un biglietto.

Fuori i mercanti dal tempio: si può comprare la licenza d’uso su album e canzoni e riascoltarle all’infinito, ma l’esperienza non ha sempre una scaletta o un format ripetibile. E’ un qualcosa fatto di impulsi elettrici non costanti, che rianimano coscienze spesso addormentate o anestetizzate (come ha sottolineato lo stesso Mangold in conferenza stampa) ma non sempre come preventivato.

La tesi portata avanti dal film è abbastanza chiara e rilevante per contrasto con l’andamento socio-culturale del nostro presente, oltre ad essere incarnata con convinzione dall’intero cast, ma quello che paradossalmente viene a mancare è proprio il lato estetico di questa svolta eversiva. E’ tutto talmente pulito e controllato nei minimi dettagli da rendere il film troppo solido e ingombrante per una svolta radicale, in una sensibile discrasia tra mostrato e raccontato.

Mi piace comunque pensare, senza controprova, che la chiave nascosta dal titolo inglese non stia tanto nel personaggio o nell’episodio sconosciuto, quanto nell’incognita totale verso cui alcuni artisti tendono nelle loro esistenze di continua ricerca e sperimentazione. Sta in questo la loro grandezza e la connessione con un pubblico sterminato: spesso, per restare vivi, bisogna tradirsi con convinzione.

A Complete Unknown (Credits: Searchlight Pictures)
A Complete Unknown (Credits: Searchlight Pictures)

Sintesi

A Complete Unknown dovrebbe essere iscritto alla voce biopic nella sottocategoria clinic, avendo scelto di circoscrivere il suo raggio d'azione ad un periodo limitato della vita di Bob Dylan ma capace, secondo James Mangold, di rivelare un contrasto tematico che arriva fino ai giorni nostri (non sempre in maniera efficace).

Perché MadMass.it

Consapevoli del nostro ruolo, da sei anni in MadMass.it portiamo avanti una linea editoriale responsabile, preferendo la copertura dei festival al content farming, le recensioni al clickbait, le rubriche e le interviste al sensazionalismo. Stiamo cercando di fare la nostra parte: sostienici con una donazione, acquistando i prodotti consigliati sul nostro magazine o semplicemente passa a visitarci, sfoglia le nostre pagine e condividi i nostri articoli sui social: ci permetterai di continuare a crescere e fare sentire la nostra voce.

Articoli Correlati

Commenti

Ultimi Articoli

A Complete Unknown dovrebbe essere iscritto alla voce biopic nella sottocategoria clinic, avendo scelto di circoscrivere il suo raggio d'azione ad un periodo limitato della vita di Bob Dylan ma capace, secondo James Mangold, di rivelare un contrasto tematico che arriva fino ai giorni nostri (non sempre in maniera efficace). A Complete Unknown recensione film di James Mangold con Timothée Chalamet [Anteprima]