Jeff Nichols, autore e regista di Take Shelter e Mud e, più recentemente, di Loving – L’amore deve nascere libero, ha adocchiato il suo prossimo impegno: si tratta di Yankee Comandante, tratto dalla storia vera di William Alexander Morgan, cittadino statunitense che si conquistò il rango di Comandante nella Rivoluzione Cubana che spodestò la dittatura di Fulgencio Batista e diede il potere a Fidel Castro. Deluso dal regime castrista, Morgan fu poi tra i leader della Ribellione dei monti Escambray, fino alla sua cattura ed esecuzione a soli trentadue anni, nel 1961.
La vicenda è stata riportata a galla nel 2012 da un articolo del New Yorker di David Grann, che aveva attirato l’attenzione, all’epoca, di George Clooney, ma senza esito.
Nichols ha scelto come protagonista Adam Driver, con il quale ha già lavorato in Midnight Special. (Deadline)
Da una storia vera è tratto anche il prossimo lavoro da regista di Ron Howard, che ha annunciato che dirigerà Thirteen Lives: ricordate la vicenda della squadra di calcio composta da adolescenti thailandesi che era rimasta intrappolata in una grotta a seguito delle torrenziali piogge monsoniche? Ecco, quelle tredici vite. Il progetto si aggiunge alle svariate produzioni cinematografiche in produzione sullo stesso argomento, ma sicuramente è quella di maggior prestigio.
Il regista di Apollo 13 lavorerà a partire da una sceneggiatura di William Nicholson, candidato all’Oscar per Gladiator e Shadowlands/Viaggio in Inghilterra. Non sappiamo se lo script includerà i tweet gravemente offensivi di Elon Musk contro il britannico Vernon Unsworth, colpevole di aver contribuito a salvare i ragazzi senza aspettare il ‘sottomarino in miniatura’ promesso dal fondatore di Tesla. (Deadline)
Howard sarà anche produttore con la sua Imagine Entertainment di Spy vs. Spy. Da decenni si parla di un adattamento dell’omonima striscia a fumetti, pubblicata da ormai sessant’anni su Mad Magazine, e conosciuta nel resto del mondo per una serie di videogiochi usciti a partire dal 1984 per i sistemi a 8-bit dell’epoca (Commodore 64, ZX Spectrum, NES, Sega Master System eccetera) e poi riportati in auge nel 2005 per XBox e Playstation.
I protagonisti della striscia, che non ha dialoghi, sono due spie (una in bianco, una in nero) il cui unico obiettivo è eliminare il rivale nel modo più bizzarro possibile.
Dopo che nel tempo sono circolati nomi come James Gunn e lo stesso Ron Howard, il progetto sembra essere ora rivitalizzato ed affidato a Rawson Marshall Thurber, regista delle commedie Dodgeball, Come ti spaccio la famiglia/We’re the Millers (con Ed Helms e Jennifer Aniston), Una spia e mezzo/Central Intelligence (con Dwayne Johnson e Kevin Hart), ma anche dell’action Skyscraper (di nuovo con Dwayne Johnson). (Collider)
Fast and Loose è il nome di un film in cantiere nella casa di produzione di David Leitch e Kelly McCormick (i due hanno prodotto Hobbs & Shaw, che Leitch ha anche diretto). La storia racconta di un uomo che si risveglia, a Tijuana (Messico), confuso e senza ricordare la propria identità. Col passare del tempo, recupererà memoria del proprio passato… anzi, due: un ricco magnate del crimine, o uno spiantato poliziotto sotto copertura.
La sceneggiatura è di Jon ed Erich Hoeber, già autori di Red e Red 2.
Wes Ball non è stato fortunatissimo negli ultimi anni: dopo aver diretto i tre film della serie Maze Runner, si era aggiudicato la regia dell’adattamento del fumetto Mouse Guard, poi vittima dell’assorbimento di 20th Century Fox da parte di Disney, e quella di un nuovo episodio de Il pianeta delle Scimmie, del quale al momento non si hanno più notizie.
Speriamo abbia miglior fortuna con l’adattamento di Le prime quindici vite di Harry August (The First Fifteen Lives of Harry August), romanzo del 2014 dell’autrice britannica Claire North: il suddetto Harry August è un individuo che nasce in Inghilterra nel 1919 e muore nel 1989… e poi ri-nasce in Inghilterra nel 1919, mantenendo il ricordo della sua vita precedente. Nel corso di svariate iterazioni di questa Groundhog life, acquisisce via via nuove conoscenze ed arriva a diventare professore di Fisica a Cambridge; a differenza di Bill Murray/Phil Connors, Harry non è solo: è assistito dal Cronus Club, un gruppo di individui con le stesse abilità. Al termine della sua undicesima esistenza, viene contattato da una bambina che gli comunica un messaggio: con ogni vita vissuta da Harry, la fine del mondo si fa via via più vicina.
The First Fifteen Lives of Harry August è sceneggiato dall’esordiente Melissa Iqbal. (Observer)
Restando in ambito fantastico, Karen Gillan (co-star degli ultimi due Jumanji, Nebula nel MCU e indimenticata Amy Pond in Doctor Who) sarà le protagoniste di Dual, nel ruolo di una donna malata terminale che cerca di non arrendersi all’oblio e commissiona la costruzione di un suo clone. Quando inaspettatamente guarirà, si accorgerà che il suo clone è, comprensibilmente, animato da una non inferiore voglia di vivere, che porterà le due ad affrontarsi in duello. Nel cast anche Aaron Paul (il Jessie Pinkman di Breaking Bad e attuale co-protagonista di Westworld), Jesse Eisenberg, Martha Kelly (vista in Storia di un matrimonio nel ruolo della donna che deve valutare l’abilità di padre di Adam Driver) e l’attore samoano Beulah Koale.
Regia e sceneggiatura sono di Riley Stearns, autore del buon Faults del 2014 (che aveva come protagonista l’allora moglie Mary Elizabeth Winstead) e del più recente The Art of Self-Defense, nel quale ha già diretto Eisenberg.
È normale aspettarsi che il protagonista di The Social Network ritornerà in Now You See Me 3, il nuovo capitolo delle avventure dei Quattro Cavalieri, i prestidigitatori con una marcia in più (gli effetti speciali): Eisenberg, Woody Harrelson, Dave Franco e una co-protagonista a scelta tra Isla Fisher e Lizzy Caplan.
Il sequel è appena stato annunciato, con una sceneggiatura ad opera di Eric Warren Singer, autore candidato all’Oscar per American Hustle e co-responsabile dello script di Top Gun: Maverick.
Macon Blair, salito alla ribalta come attore nei primi tre film di Jeremy Saulnier (Murder Party, Blue Ruin e Green Room) e sceneggiatore del quarto (Hold the Dark), ha debuttato come regista nel film Netflix I Don’t Feel at Home in This World Anymore e sta preparando la sua opera seconda. Di Brothers non si sa molto, se non che vedrà come protagonisti (e co-produttori) Josh Brolin e Peter Dinklage. Il titolo e l’assortimento degli interpreti hanno ovviamente lanciato la speculazione che il film possa avere un debito nei confronti di Twins, la commedia del 1988 con Arnold Schwarzenegger e Danny DeVito. Restiamo scettici, per il momento, dato che sarebbe un notevole cambiamento di tono per Blair. (Variety)
Così come restiamo scettici sul fatto che DeVito riprenderà il suo ruolo da fauno. Da confermare è infatti il rumour, riportato da Variety, che Disney starebbe avviando la produzione su un ennesimo remake live action: il ‘fortunato’ vincitore della lotteria del riciclo sarebbe Hercules, il divertente film del 1997 diretto da Ron Clements and John Musker. La sceneggiatura sembra sia stata affidata a Dave Callaham, co-autore dei vari The Expendables e di Wonder Woman 1984, ed entrato nel circolo Marvel con la sceneggiatura del futuro Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings. Come chiunque altro, non apprezziamo il continuo saccheggio di vecchi e nuovi classici del catalogo di animazione Disney per nuove versioni che lasciano il tempo che trovano, ma la strategia è evidentemente tanto economicamente redditizia quanto è artisticamente povera.
Quasi coetaneo di Hercules era Space Jam, misto di animazione e live action che nel 1996 unì sullo stesso schermo i Looney Tunes di Warner Bros, Bill Murray e stelle del basket quali Michael Jordan, Charles Barkley, Larry Bird e Patrick Ewing.
Come abbiamo raccontato mesi fa, c’è un sequel in preparazione, che a lungo è stato semplicemente noto come Space Jam 2.
La star del nuovo film, LeBron James, ha pubblicato un tweet che mostra il logo del sequel, ora intitolato Space Jam: a New Legacy. Non sappiamo quale fosse la vecchia legacy.
https://twitter.com/spacejammovie/status/1255960852194156544
Cambiamo tono.
Il ventinove aprile è venuto a mancare, per complicazioni di un’infezione al colon, Irrfan Khan, cinquantunenne attore indiano che esordì nel 1988 in Salaam Bombay!, film candidato all’Oscar di Mira Nair, e col tempo divenne popolare anche in Occidente, grazie a Wes Anderson ne Il treno per il Darjeeling del 2007, ma soprattutto grazie ai suoi ruoli in Slumdog Millionaire (Danny Boyle, 2008) e Vita di Pi (Ang Lee, 2012), senza disdegnare blockbuster come The Amazing Spider-Man, Jurassic World e Inferno.
Il giorno successivo, Bollywood è stata colpita da un altro lutto, la morte per leucemia dell’attore e regista sessantasettenne Rishi Kapoor, protagonista di più di novanta film da protagonista e membro di una famiglia di star indiane ormai arrivata alla quinta generazione. (Variety)