Agente 007 - Si vive solo due volte

Agente 007 – Si vive solo due volte / You Only Live Twice (1967) [James Bond Non Muore Mai – 5]

Nel pieno della ‘space race’ che vede America e Unione Sovietica competere per la conquista dello Spazio, una stazione spaziale statunitense svanisce misteriosamente dalla sua orbita: il governo USA è pronto ad accusare la Russia, ma i servizi segreti britannici hanno una teoria diversa. James Bond viene inviato in Giappone per cercare elementi a sostegno di questa ipotesi, e si troverà una volta di più a fronteggiare la misteriosa organizzazione criminale SPECTRE, entrando nel frattempo intimamente a contatto con la cultura dell’Estremo Oriente.

Dopo Thunderball, Albert R. Broccoli ed Harry Saltzman avevano preso atto delle divergenze nella loro idea del film di James Bond ideale. Per evitare di compromettere con continue liti gli ulteriori sviluppi della serie, giunsero ad un accordo da gentlemen: ogni pellicola sarebbe stata prodotta da entrambi, ma, alternandosi, uno solo dei due avrebbe avuto potere decisionale. Il prossimo film, On Her Majesty’s Secret Service, avrebbe avuto Broccoli come responsabile principale.

A causa delle ambientazioni invernali del romanzo omonimo, le riprese avrebbero dovuto iniziare nel febbraio 1966, in Svizzera. Sean Connery però sbuffava: il ritmo di lavorazione annuale richiedeva un impegno di diversi mesi all’anno, al quale si sommava un altro periodo per riprendere le forze, con il risultato che l’attore non trovava tempo per altri ingaggi. Per venirgli incontro, oltre ad un sostanzioso pacchetto finanziario, la produzione del prossimo Bond venne rimandata all’estate. Questo significava dover trovare una storia diversa.

Si decise quindi, forse per via del setting asiatico che permetteva di insistere su un nuovo mercato, di puntare al romanzo successivo, You Only Live Twice, l’ultimo pubblicato prima della morte di Ian Fleming.
Il libro era di fatto un vero e propro sequel di On Her Majesty’s Secret Service, ma, dato il cambio di programma, era impossibile utilizzare i riferimenti alla storia precedente. Agente 007 – Si vive solo due volte fu pertanto il primo film a divergere sensibilmente dal materiale originale: lo sceneggiatore Roald Dahl (il consueto Richard Maibaum non era disponibile) dichiarò che il romanzo non avrebbe fornito comunque molto materiale sul quale lavorare, essendo più concentrato sul raccontare usi e costumi giapponesi che a costruire una trama interessante.

Dahl si arrangiò, partendo da paesaggi e personaggi del libro ed attingendo ad un precedente adattamento preparato dallo sceneggiatore Sydney Boehm (candidato all’Oscar nel 1952 per La Città Atomica) e già rivisto da Harold Jack Bloom (candidato all’Oscar nel 1953 per Lo sperone nudo).
Lo scrittore applicò poi la ‘formula Bond’ (inserendo tre diverse donne per il sollazzo del protagonista), aggiunse elementi dalla cronaca dell’epoca (come la prima ‘passeggiata spaziale’, avvenuta nel 1965) e mescolò il tutto in una storia che rielaborava elementi dei film precedenti – ed in particolare Dr. No.

Il risultato fu un lavoro di collage eseguito magistralmente da uno scrittore al quale non mancavano le credenziali: Dahl infatti è uno dei maggiori scrittori di storie per ragazzi, autore di Charlie e la Fabbrica di Cioccolato, Matilda, Il GGG, Fantastic Mr. Fox e molti altri racconti.
La scommessa fu un successo, nonostante possa sembrare una scelta inconsueta affidare un James Bond ad un autore abituato ad un pubblico giovane (pare che Albert R. Broccoli gli abbia affidato l’incarico, su suggerimento dell’amico comune Ivar Bryce, per aiutarlo a pagare le spese per le cure mediche della moglie, l’attrice Patricia Neal – premio Oscar nel 1963 come Miglior Attrice per Hud il Selvaggio -, colpita da aneurisma cerebrale nel 1965).
L’abilità narrativa di Dahl riuscì a mettere in secondo piano il riciclo di elementi già visti (il villain rinchiuso nel suo antro ad elaborare progetti di dominazione mondiale ai danni del programma spaziale americano, i piraña che sostituivano gli squali di Emilio Largo, uno sgherro di Blofeld che ricordava assai il Red Grant di From Russia with Love).

La locandina di Agente 007 - Si vive solo due volte
La locandina di Agente 007 – Si vive solo due volte

You Only Live Twice scorre senza intoppi, come nessun film precedente (ad eccezione forse di Goldfinger) aveva saputo fare.
Tra attentati ai quali James Bond, per abilità o per fortuna, riesce a scampare, ed intrattenimenti intimi più o meno romantici, 007 (e con lui il pubblico) non ha un momento di respiro, almeno fino alle scene dedicate all’elaborato matrimonio giapponese, un momento di quiete prima della folgorante tempesta conclusiva.

Non nuoce certamente al film la possibilità di mostrare finalmente il volto del Numero Uno di SPECTRE, Erno Stavro Blofeld, in tutta la sua inconfondibile presenza scenica: Donald Pleasence, calvo, con cicatrice sfigurante, e la capacità di sgranare gli occhi senza mai battere le palpebre (le ha le palpebre, Blofeld?), inquieterebbe anche se lo incontraste mentre chiacchera amabilmente su un autobus – figuriamoci mentre accarezza un gatto persiano nel cratere di un vulcano. Almeno finché perfino il gatto scappa dalle sue grinfie.

Parte del successo era dovuto al sempre crescente budget a disposizione: l’immensa base segreta di Blofeld costò da sola quanto l’intero budget di Dr. No, consentendo piena libertà alla creatività del production designer anglo-tedesco Ken Adam – già responsabile del design delle ‘tane’ dei cattivi in tutti i film precedenti della serie (ad eccezione di From Russia with Love: in quel periodo Adam era impegnato a progettare la ‘war room’ di Dr. Strangelove).

Ma c’era anche un nuovo regista a portare un’aria di novità: invece di richiamare Terence Young, e a scapito delle velleità registiche del responsabile del montaggio dei film precedenti Peter R. Hunt, venne arruolato il Londinese Lewis Gilbert, reduce dal successo della commedia Alfie (candidato all’Oscar come Miglior Film).
Hunt tenne il muso per un po’ e si autosospese dal progetto, ritornando al montaggio solo dopo che gli venne affidata la regia della seconda unità e promesso il posto di comando per il film successivo.
Sebbene Gilbert non venga considerato un regista particolarmente originale, è impossibile non apprezzare l’efficace sequenza di combattimento sui tetti, ripresa dall’alto con un punto di vista totalmente nuovo per la serie.

Gilbert ebbe anche il merito di ‘portare a bordo’ Freddie Young, direttore della fotografia per i film di David Lean, e (all’epoca) due volte Premio Oscar, per Lawrence d’Arabia e Il dottor Zhivago (gli Oscar diventeranno tre nel 1971, per La Figlia di Ryan).

Le ‘Bond ladies’ in questo film possono risultare un po’ anonime (letteralmente: il nome di ‘Kissy’ Suzuki viene menzionato unicamente nei titoli di coda), e ‘cagionevoli’ (la ‘formula Bond’ prevede anche un ricambio frequente), ma Aki (Akiko Wakabayashi), Helga (Karin Dor) e Kissy (Mie Hama) sono pienamente responsabili delle proprie scelte, facendo You Only Live Twice il primo episodio della serie in cui nessuna donna viene indotta a concedersi con l’inganno, la forza o il ricatto.

Il famigerato 'travestimento' giapponese di James Bond
Il famigerato ‘travestimento’ giapponese di James Bond

Non che il film sia del tutto esente da appropriazioni culturali discutibili (Bond che si ‘tramuta’ in un uomo giapponese) o maschilismo (‘in Japan, men always come first, women come second’), ma siamo già un passo avanti rispetto ai film precedenti.
E questo è un altro motivo per cui You Only Live Twice, sebbene sia generalmente considerato l’inizio di una parabola discendente per James Bond, è forse il nostro film preferito della serie fino a questo punto… o almeno il più divertente.

Di diverso avviso era il suo interprete: Sean Connery, ormai esasperato dalla mancanza di privacy e assediato dai paparazzi giapponesi, a metà lavorazione decise che avrebbe abbandonato il ruolo e ripreso il controllo sulla sua vita. Dopotutto, avrà pensato, si vive una volta sola.

Curiosità:

  • un motivo ricorrente nel film è la presenza molto moderna di schermi e telecamere ovunque, sia in omaggio all’idea di un Giappone tecnologicamente più avanzato, sia, forse, per ricordare l’ossessione dei giapponesi per la fotografia. Ma piazzare uno schermo televisivo sul lato posteriore dell’abitacolo di una Toyota sembra un’idea molto rischiosa
  • il personaggio di Henderson, il primo contatto di 007 a Tokyo, è interpretato da Charles Gray, che vivrà una seconda volta nel Bond-verse, e più tardi apparirà in The Rocky Horror Picture Show nel ruolo del criminologo (‘it’s just a jump to the left’). Henderson offre un Martini ‘mescolato, non agitato, vero?’, al quale Bond risponde ‘perfetto’, non accorgendosi dell’errore nella ‘ricetta’
  • per il ruolo di Blofeld era stato inizialmente scritturato l’attore cecoslovacco Jan Werich, ma dopo alcuni giorni di riprese venne considerato troppo poco minaccioso, e sostituito con Donald Pleasence
  • Burt Kwouk, futuro Cato nei film de La Pantera Rosa, che già aveva preso parte a Goldfinger, ritorna in un ruolo diverso: il nuovo Numero 3 di SPECTRE
  • nel combattimento all’interno dell’ufficio giapponese, Sean Connery fronteggia il lottatore Peter Maivia, nonno materno di Dwayne Johnson
  • inaugurando una gag ricorrente, scopriamo che l’ufficio di M e la segreteria di Moneypenny sono facilmente esportabili
Jan Werich, la prima scelta per il ruolo di Blofeld in 'Si vive solo due volte'
Jan Werich, la prima scelta per il ruolo di Blofeld in ‘Si vive solo due volte’

Debriefing:

  • vittime di Bond: 20, inclusi – indirettamente – due astronauti
  • altre vittime: 8, più dozzine nello scontro finale
  • amoreggiamenti: 2 (Aki ed Helga), più uno (che ci viene detto non consumato) all’inizio, più uno (decisamente interrotto) alla fine
  • gadget: il girocottero Little Nellie, che ha una dotazione simile a quella dell’Aston Martin DB5 (lanciarazzi, lanciafiamme, cortina fumogena, mitragliatrici), più un casco con telecamera integrata (avanti coi tempi!), la sigaretta che uccide più rapidamente di quelle che si comprano in tabaccheria, e un dispositivo per scassinare casseforti
  • tempo trascorso nel Regno Unito: per la prima volta, nessuna scena del film è ambientata in Gran Bretagna, ma possiamo contare un paio di minuti a Hong Kong (all’epoca, Protettorato Britannico) e qualcuno in più nelle sue acque territoriali (durata totale: 1h 57)
  • 🇬🇧 Brit Factor 🇬🇧: 49%
  • Paesi visitati: Hong Kong, Stati Uniti (Alaska o Cape Cod, non è chiaro), Giappone
  • the Love Boat: James Bond e Kissy concludono il film su un altro canotto, solo per essere sollevati da un sottomarino che sale a galla. Love Boat Interruptus, ma conta. Risultato parziale: Imbarcazioni: 4, Resto del mondo: 1
  • Bond Track: dopo aver scartato la candidatura di una giovane artista soul, tale Aretha Franklin, il compositore John Barry affidò il brano You Only Live Twice alla figlia di un amico del produttore, Nancy Sinatra, che aveva ottenuto una hit l’anno precedente con These Boots Are Made For Walking. La canzone, scritta da Barry con testo di Leslie Bricusse, è un brano molto più delicato delle precedenti Bond songs, che ha trovato una seconda vita in Millennium di Robbie Williams (e nel rispettivo video basato su citazioni bondiane). Sinatra raccontò più tardi di aver trovato l’esperienza assai difficile, a causa della sua insicurezza come performer e dell’estensione richiesta per interpretare il pezzo. La registrazione finale è in realtà l’accurato montaggio di ventiquattro diversi tentativi. I titoli di testa sono ovviamente a tema orientale.
  • riconoscimenti: candidatura al BAFTA per il già citato Ken Adam

Classifica parziale:

  1. Agente 007 – Si vive solo due volte / You Only Live Twice (1967)
  2. A 007, dalla Russia con amore / From Russia With Love (1963)
  3. Agente 007 – Missione Goldfinger / Goldfinger (1964)
  4. Agente 007 – Licenza di uccidere / Dr. No (1962)
  5. Agente 007 – Thunderball (Operazione Tuono) – Thunderball (1965)

James Bond Non Muore Mai ritornerà in Al Servizio Segreto di Sua Maestà.

Fonti: Wikipedia, lo spoiler special podcast di Empire, il libro Some Kind Of Hero* di Matthew Field e Ajay Chowdhury, IMDB, James Bond Wiki, MI-6 HQ. Il conteggio delle vittime è stato realizzato durante la visione del film e verificato con quello di All Outta Bubblegum. Il Brit Factor è un indice calcolato sulla base delle nazionalità delle persone coinvolte e sulle location del film, nella realtà e nella storia.

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Sintesi

Considerato generalmente l'inizio di una fase calante per James Bond, di fatto Si Vive Solo Due Volte è un'eccitante avventura che può vantare ambientazioni esotiche, il villain più famoso dell'intera saga e uno sforzo produttivo senza precedenti.

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