Guy Ritchie dirige il live action Aladdin, rivisitazione del celebre classico sempre firmato Disney, ispirato alle celebri novelle orientali de “Le mille e una notte”.
La trama è nota a tutti: il giovane Aladino (Mena Massoud) cerca di sopravvivere commettendo piccoli furti sempre accompagnato da Abù, la sua inseparabile scimmietta.
Nonostante la situazione di estrema povertà in cui versa, il ragazzo sogna comunque di conquistare e sposare un giorno la Principessa Jasmine (Naomi Scott). Per cambiare la sua vita si fa convincere dal malvagio Jafar (Marwan Kenzari) a recuperare un’antica lampada nella Caverna delle Meraviglie. Sorprendentemente, Aladdin si ritroverà faccia a faccia con un simpatico genio (Will Smith) che gli concede tre desideri.
È questo l’inizio di una fantastica avventura che porterà il ragazzo a capire cosa conti veramente e ad accettarsi per quello che è.
Forse la ragione per cui Guy Ritchie ha scelto di girare Aladdin è che, tra tutte le favole della Disney, è di certo quella che si avvicina di più ai protagonisti dei suoi film: persone fuori dal branco, erranti o ladruncoli, che vivono di espedienti per tirare a campare – quelli che in America definirebbero “losers” – e Aladino si innesta perfettamente in questo solco.
Il regista riesce a catturare in pieno l’attenzione dello spettatore non solo con le incredibili scene del genio e dei meravigliosi paesaggi orientali, ma soprattutto con le magnifiche immagini aeree del mitico volo di Aladino e Jasmine su Agrabah mentre cantano insieme.
Una scena magica che convincerà anche i più scettici di questo remake.
“ Il mondo è mio, … il mondo è tuo…”
Impossibile non ricordare questa canzone del film Disney del 1992.
Ottima l’interpretazione di Mena Massoud e Naomi Scott, ma la prorompente energia che Will Smith apporta al personaggio del Genio è incredibile, a partire dai dialoghi, fino ai balli e alle canzoni. Commovente l’amicizia che si instaura tra i protagonisti, i quali si aiutano vicendevolmente a liberarsi dalle catene che li affliggono: l’uno dall’obbligo di servire un padrone e di non poter essere mai libero, l’altro a credere più in sé stesso. È proprio l’alchimia e l’empatia tra i due il vero plus del film, oltre alla consueta, vigorosa regia di Ritchie.
Il film vanta inoltre una bellissima colonna sonora composta da Alan Menken (19 nomination all’Oscar e 8 vittorie), che comprende nuove versioni dei brani originali oltre ad altre canzoni inedite.
Il tentativo della Disney è affascinare anche le nuove generazioni, facendogli conoscere una delle storie più amate realizzate dal colosso dell’animazione, mentre per i più grandi sarà toccante rivivere le emozioni dell’infanzia, godendosi in chiave moderna le atmosfere esotiche e magiche del classico del ‘92.
Gabriela