Trent’anni fa ci lasciava Aldo Fabrizi, uno dei maggiori esponenti della romanità nel cinema. Ripercorriamo insieme la sua carriera
Aldo Fabrizi è stato tante cose: attore, regista, sceneggiatore, produttore, comico e anche poeta, ma soprattutto è stato uno dei maggiori esponenti della romanità al cinema, insieme ad altri attori di prima categoria come Anna Magnani e Alberto Sordi.
La sua forza è stata quello di interpretare sia ruoli comici che ruoli drammatici in tutta la sua carriera, mostrando la sua versatilità in ogni pellicola.
Aldo Fabrizi (Fabbrizi all’anagrafe) nasce il primo novembre 1905 a Roma da una famiglia umile: la madre aveva un banco al mercato in Campo de’ Fiori. A soli 11 anni rimane orfano del padre Giuseppe, morto per una polmonite fulminante, perciò è costretto ad abbandonare fin da piccoli gli studi, per contribuire al sostentamento della famiglia. Fabrizi aveva cinque sorelle, tra cui Elena Fabrizi, che verrà soprannominata Sora Lella (attrice italiana, conosciuta anche per i film con Carlo Verdone).
Il suo esordio non è nel campo attoriale, bensì della poesia: infatti, nel 1928, riesce a pubblicare un volumetto di poesie romanesche intitolato Lucciche ar sole, che viene anche recensito da Il Messaggero.
La carriera da attore nasce nei teatri, inizialmente come narratore delle sue stesse poesie, una pratica molto in voga all’epoca. Nel 1926 esordisce come macchiettista nei piccoli teatri di Roma e d’Italia, con la compagna Reginella alias Beatrice Rocchi, cantante di varietà madre dei suoi due figli gemelli. In queste prime rappresentazioni interpreta delle caricature dei tipi caratteristici di Roma, come il conducente del tram o il vetturino. Nel 1937 costituisce la sua compagnia, che vede partecipe anche l’esordiente Alberto Sordi.
Nel 1942 arriva al cinema con Avanti c’è posto… diretto da Mario Bonnard. Nei suoi primi film, come Campo de’ Fiori e L’ultima carrozzella, si limita a riproporre le macchiette che aveva già proposto a teatro.
In questi film ci sono racconti di una Roma ormai perduta, caratterizzata da un forte dialetto romanesco già desueto all’epoca.
Nel 1945 arriva il suo primo film neorealista, Roma città aperta, diretto da Roberto Rossellini, nel quale Fabrizi interpreta uno dei ruoli più importanti della sua carriera, ispirato ai due sacerdoti don Giuseppe Morosini e don Pietro Pappagallo, fucilati entrambi durante l’occupazione nazista di Roma.
Tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta abbiamo il periodo più prolifico per Fabrizi, il quale recita in oltre 70 film. Tra questi, troviamo Prima Comunione, di Alessandro Blasetti, per il quale vince il Nastro d’Argento come miglior attore protagonista.
Come abbiamo detto, Fabrizi mostrò tanta versatilità nei ruoli che scelse, alternando ruoli drammatici a ruoli comici. Tra i suoi maggiori film troviamo Guardie e ladri, I tartassati, Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi, diventando uno dei volti della commedia all’italiana.
Durante la sua vita ebbe un grande legame con Totò, col quale divise molto spesso il set e con cui aveva un grande legame di amicizia. Lo stesso Fabrizi disse:
“Lavorare con Totò era un piacere, una gioia, un godimento perché oltre ad essere quell’attore che tutti riconosciamo era anche un compagno corretto, un amico fedele e un’anima veramente nobile. Arrivati davanti alla macchina da presa, cominciavamo l’allegro gioco della recitazione prevalentemente estemporanea che per noi era una cosa veramente dilettevole. C’era solamente un inconveniente, che diventando spettatori di noi stessi ci capitava frequentemente di non poter più andare avanti per il troppo ridere.” (Aldo Fabrizi su Totò)
Tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta partecipa a pochi film, tra cui, però, possiamo ricordare C’eravamo tanto amati nel 1975, per il quale vince un altro Nastro d’argento.
La carriera di Aldo Fabrizi si snoda anche nel mondo del teatro e come non ricordare la sua iconica interpretazione di Mastro Titta, il boia papalino, nella commedia musicale Rugantino, scritta da Garinei e Giovannini, che interpreta per diversi anni. Rugantino riscuote così tanto successo da sbarcare anche Oltreoceano, a Broadway, dove ottiene il tutto esaurito.
Aldo Fabrizi muore il 2 aprile 1990, all’età di 84 anni per insufficienza cardiaca. Sulla sua lapide è presente l’epitaffio:
“Tolto da questo mondo troppo al dente”
Aldo Fabrizi è stato uno dei principali esponenti di una classe di attori che ha portato la romanità al cinema ed è stato capace di farci ridere, ma anche piangere, grazie al suo talento puro e cristallino.