Alfredino – Una storia italiana recensione miniserie TV Sky Original di Marco Pontecorvo con Anna Foglietta, Francesco Acquaroli, Vinicio Marchioni, Luca Angeletti, Beniamino Marcone e Valentina Romani
Volevamo vedere un fatto di vita e abbiamo visto un fatto di morte.
(Alfredino – Una storia italiana)
Alfredino – Una storia italiana è la nuova serie tv prodotta da Sky Original, diretta da Marco Pontecorvo e scritta da Barbara Petronio e Francesco Balletta, che racconta la tragica storia di Alfredino Rampi, il bambino caduto nel pozzo a Vermicino.
Un episodio di cronaca che sconvolse l’Italia di quegli anni e che continua ad essere una ferita aperta per un Paese che si aspettava, almeno per una volta, il lieto fine, invece dell’ennesima tragedia.
Ci troviamo nell’estate del 1981, a Vermicino, una località vicino Roma. Franca e Ferdinando Rampi stanno trascorrendo qualche giorno di vacanza coi due figli: Riccardo e Alfredo. I due genitori sono molto preoccupati per la salute di Alfredo, affetto fin dalla nascita da una malformazione al cuore. Alfredo non è un bambino come gli altri: non può correre e saltare, per non affaticarsi, ma è anche è un bambino dolce e giocoso, come sono tutti i bambini.
La sera del 10 giugno, Alfredino sparisce nel breve tragitto tra la casa dei suoi genitori e quella dei nonni. Dopo alcune ore di ricerca, la Polizia scopre che è caduto in un pozzo artesiano nei dintorni.
Dopo una prima constatazione, le forze dell’ordine si mettono in moto e cercano di fare del tutto per salvare il bambino, chiedendo anche l’aiuto di alcuni speleologi.
Ma lentamente la situazione si aggrava: il terreno è instabile, il buco è troppo piccolo e il piccolo Alfredo è incastrato a 36 metri di profondità. Dopo aver tentato di calare una tavoletta di legno, rimasta incastrata a 24 metri, la situazione si complica ancora di più.
La notizia arriva alla Rai e, convinta di poter dare una buona notizia, decide di iniziare una diretta televisiva, che sarà l’inizio di una tempesta mediatica che travolgerà la zona dei soccorsi e che diventerà la prima diretta televisiva no-stop della Rai, durata in tutto 18 ore.
L’incidente di Vermicino, la storia di Alfredino Rampi, la ricordiamo tutti: in molti hanno seguito quella diretta lunghissima, in cui ogni evento veniva raccontato e amplificato, per raccontarlo ai milioni di telespettatori in ascolto.
Nacque proprio lì, a Vermicino, la famosa tv del dolore, che ormai funesta il giornalismo di cronaca di oggi: tutta quell’attenzione per i fatti macabri e di morte, l’attenzione riportata ad ogni minima reazione da parte dei presenti.
L’informazione che diventa spettacolo, il dolore che arriva in televisione mentre tutti sono a tavola, l’orrore sdoganato che non si cura del dolore.
La regia di Marco Pontecorvo è asciutta e pulita: pur raccontando un fatto doloroso, non insiste sul dolore dei protagonisti, andando in contrasto con quello che fece il giornalismo all’epoca.
Lo spettatore segue il punto di vista di diversi personaggi: di Franca Rampi (Anna Foglietta), una madre sconvolta dall’ansia e dalla paura di non poter riabbracciare più suo figlio, del padre Ferdinando Rampi (Luca Angeletti), punto di riferimento di Franca, che le rimane accanto, mantenendo la calma anche per lei e di tutti quegli attori che hanno agito durante il tentativo di salvataggio di Alfredino.
Nella serie vediamo le diverse azioni degli speleologi che si scontrano col capo dei Vigili del Fuoco, Elveno Pastorelli (Francesco Acquaroli), ma che insieme cercano di fare del tutto per salvare il bambino.
Vediamo anche Nando Broglio (Vinicio Marchioni), caposquadra dei Vigili del Fuoco del Tuscolano, che cerca di tranquillizzare Alfredino, come se fosse suo figlio.
La serie si poggia sulle diverse reazioni e azioni dei personaggi, ad esclusione di Alfredino, interpretato dal piccolo Kim Cherubini, il quale si vede solamente nelle prime scene della serie, per poi sparire. Una scelta registica molto interessante (concordata con la stessa famiglia Rampi), perché, nonostante i soccorritori avessero montato un microfono per sentire la voce di Alfredino, noi non lo sentiamo mai: non ascoltiamo una singola parola, né un singolo singhiozzo, per non indugiare nuovamente sul dolore.
Marco Pontecorvo compie, quindi, una scelta ben precisa: quella di raccontare una storia che ha dilaniato l’Italia, ma non andando oltre, non indugiando sul dolore di una madre che vuole riabbracciare suo figlio e né su quello di un bambino che vuole solamente riabbracciare sua madre.
Le interpretazioni sono tutte impeccabili, ma bisogna sicuramente sottolineare la performance di Anna Foglietta, che interpreta Franca Rampi: l’attrice riesce a rappresentare il dolore, la paura e l’ansia di una madre che ha paura di perdere il figlio, ma che non si arrende, nonostante le ore che passano.
Menzione speciale anche Riccardo De Filippis, che interpreta Angelo Licheri, un facchino di una tipografia che si è calato nel pozzo, per cercare di salvare Alfredino, proprio per la sua corporatura minuta. L’uomo era quasi riuscito a prenderlo, ma il bambino era caduto troppo in basso e, nonostante rimase molto più tempo a testa in giù di quanto suggerito, non riuscì comunque a salvarlo.
Il resto del cast è composto da Giacomo Ferrara, Beniamino Marcone, Daniele La Leggia, Valentina Romani, Daniele Mariani, Emiliano Coltorti, Massimiliano Franciosa, Claudio Corinaldesi, Riccardo De Filippis, Eleonora Belcamino, Diego Ribon, Daniele Rienzo e Massimo Dapporto, che interpreta il Presidente della Repubblica Sandro Pertini.
Quando fu annunciata la miniserie, in molti si chiesero se c’era bisogno di un ulteriore racconto per l’incidente di Vermicino. Venne visto come l’ennesimo tentativo di speculare su un dolore che coinvolse l’intera Italia.
Ma la storia di Alfredino Rampi, oltre alla tragedia, rappresenta un momento importante per l’Italia: il Paese si fermò, in attesa di un lieto fine, la Rai fece la sua diretta più lunga fino a quel momento, decine di curiosi accorsero a Vermicino per sapere o per aiutare. Come scritto, l’incidente di Vermicino segna l’inizio della tv del dolore in Italia, che continua ad essere opprimente anche nei mezzi di informazione di oggi.
Ma da questo evento doloroso è scaturito anche qualcosa di prezioso: la vicenda di Alfredino diede l’impulso decisivo per la costituzione della Protezione Civile, per non permettere che succedesse di nuovo qualcosa del genere.
È molto forte, infatti, quel “io non accuso nessuno”, detto sul finale da Franca Rampi, quando si rivolge ai giornalisti. Non mancò l’intento, mancò l’organizzazione ed è proprio per questo che la donna ha fatto del tutto per portare un coordinamento delle attività relative al servizio nazionale, che si risolse con la formazione della Protezione Civile.
Alfredino – Una storia italiana riesce a coinvolgere emotivamente lo spettatore senza mai insistere sul dolore. Lo spettatore riesce ad assistere alla vicenda, senza essere di troppo, in contrasto con quello che fece l’informazione in quella maledetta estate del 1981.
La miniserie Sky Original si snoda su quattro episodi, in onda in due appuntamenti il 21 e il 28 giugno su Sky Cinema e in streaming su NOW.