All’arrembaggio recensione film di Guillaume Brac con Éric Nantchouang, Asma Messaoudene, Salif Cissé, Édouard Sulpice, Ana Blagojević e Soundos Mosbah
Dalla Berlinale 2020 passando per la top ten dei migliori film 2021 per i Cahiers du Cinéma, fino ad essere distribuito in Italia su MUBI, All’arrembaggio – À l’abordage, la nuova opera del regista Guillaume Brac ricorda il maestro Éric Rohmer, adattandosi però ad un pubblico nuovo. Sotto il sole della Francia è ambientata una rinfrescante e graziosa commedia romantica, fulmineo ritratto di fugaci e dolci passioni studentesche. Un film che racconta le illusioni adolescenziali in una commedia di formazione con la gioia di una poesia di Prévert.
Una storia semplice, come solo i ricordi di un’estate studentesca possono essere. Sulle rive della Senna, in una calda notte parigina Felix (Éric Nantchouang) e Alma (Asma Messaoudene) si incontrano; dopo una sera di passione, però, le loro strade si separano. Alma deve partire per le vacanze nel Sud della Francia e Felix nel tentativo di sorprenderla coinvolge il suo amico Cherif (Salif Cissé), in un improvvisato viaggio per raggiungerla. Insieme a loro Édouard (Édouard Sulpice), giovane studente che si ritroverà per caso a guidarli in car sharing alla ricerca della fresca fiamma di Felix. A causa di un guasto alla macchina, si ritroveranno ad affrontare delle personali sfide, bloccati in un camping estivo nella Francia del Sud.
Illusioni e momenti di formazione uniscono tre ragazzi di diversa estrazione sociale, che vivono la spensieratezza dei loro vent’anni. L’opera di Brac (aiutato nella scrittura da Catherine Paillé) respira e vive il clima vacanziero, regalandoci una commedia che nella sua essenzialità ha il suo punto di forza. Dialoghi credibili, interazioni tra personaggi che rappresentano appieno una nuova generazione di ragazzi che si stanno affacciando alla vita. In tal senso è particolarmente azzeccata la scelta di giovani attori che si stanno affacciando ora al mondo del cinema.
Ciascuno dei protagonisti riesce ad avere il proprio spazio e il proprio momento di crescita, merito anche di un equilibrio nella scrittura che agevola il ritmo certe volte troppo disteso. Infatti, in alcuni momenti, prendendosi troppo tempo per raccontare la storia, il ritmo rallenta, incarnando la lentezza tipica di un’ estate calda e vacanziera. A ciò si aggiunge una sceneggiatura altrettanto leggera e semplice, che diventa sia lato positivo ma anche limite stesso del film. Volontariamente, infatti, porta lo spettatore a perdersi sulle rive del fiume, insieme ai tre ragazzi, in deviazioni non sempre interessanti o necessarie.
La semplicità si ritrova anche nella solida regia di Brac, che riesce a trasportare sul grande schermo alla perfezione le sensazioni scaturite dalla sceneggiatura. Perfetta la fotografia, curata da Alan Guichaoua che, dopo la gavetta nel reparto tecnico di Claire Mathon, porta sullo schermo tutta l’esperienza acquisita negli anni. Da ogni fotogramma riesce a trasparire la brezza estiva, la voglia di spensieratezza e il caldo del sud francese.
All’arrembaggio – À l’abordage è un film che sorprende per intenzioni e semplicità, con il quale il regista Guillaume Brac è stato capace di trasporre sullo schermo l’essenza della vita e quelle semplici sensazioni che la rendono unica.