AlRawabi School for Girls recensione serie TV di Tima Shomali e Shirin Kamal con Rakeen Saad, Andria Tayeh, Noor Taher, Joanna Arida, Salsabiela, Yara Mustafa, Nadera Emran e Reem Saadeh
Se avete guardato Young Royals e state aspettando con ansia una seconda stagione.
Se le prime tre stagioni di Élite sono state le vostre preferite e la quarta non vi ha convinti troppo.
Se avete visto Mean Girls 2, non vi è piaciuto e volete dimenticarne l’esistenza.
Se vi rivedete in almeno una di queste ipotetiche spezzate, allora AlRawabi School for Girls potrebbe fare per voi.
Contestualizziamo. Dopo aver guardato, lo scorso anno, la miniserie giordana Jinn ci siamo ripromesse di guardare più serie televisive ambientate e prodotte nel “mondo arabo”.
Prendete Mean Girls e trasportatela in una Giordania altrettanto rosa, facendo della scuola pubblica una scuola privata alquanto elitaria. Prendete Regina George e dimenticatela – qui c’è Layan, interpretata da Noor Taher. Amata da tutti, circondata dalle sue fedeli amiche Rania (Joanna Arida) e Ruqayya (Salsabiela), è l’orgoglio della scuola femminile di AlRawabi. Peccato che, come Regina George, il capobranco non è necessariamente il più giusto dei leader. Layan rende la vita impossibile a Mariam (Andria Tayeh) fino al punto di picchiarla insieme alle sue lacchè, e negare tutto, dando invece la colpa a Mariam stessa, una volta che l’accaduto viene raccontato pubblicamente.
Mariam, accusata di essere una bugiarda e di aver toccato in modo inappropriato Layan, giura vendetta, e se la prende con Noaf (Rakeen Saad), nuova arrivata a scuola, che ha visto tutto ma ha taciuto per paura di essere espulsa. Mariam vuole vendetta e, se a Noaf la cosa non sembra interessare all’inizio, le cose cambiano quando per volere di Layan viene minacciata la sua sorellina minore. Punta sul vivo, Noaf si allea con Mariam, e le due mettono in piedi un piano per distruggere le tre sovrane indiscusse della scuola.
Mariam vuole farle cadere una a una, anche con l’aiuto della vecchia amica Dina (Yara Mustafa), ma saprà fermarsi quando sarà a un passo dall’andare troppo oltre?
Ideata da Tima Shomali e Shirin Kamal, AlRawabi School for Girls è una storia su come l’abuso possa dare vita ad abusatori e come dunque l’abusato possa tranquillamente diventare a sua volta abusatore. Non c’è solo bianco e nero – Shomali e Kamal l’hanno dimostrato in modo magistrale con la gestione dei due poli opposti, Mariam e Layan.
Come per Young Royals, seguono cinque ragioni per guardare AlRawabi School for Girls.
AlRawabi School for Girls: cinque motivi per guardare la serie
- È una di quelle serie in grado di rendere gli spettatori indecisi su quali parti prendere, e farli arrabbiare con la prossima bussola morale che non sarà decisamente d’aiuto;
- Il concetto di amicizia è espresso in modo sopraffino. Amicizia, impareremo – se non lo sapevamo già –, non significa “essere sempre d’accordo con qualcuno”, e certamente non significare “dare supporto incondizionato a qualcuno nonostante le sue scelte sbagliate”. Potremmo anche imparare qualcosa sulla lealtà…
- L’opposizione tra femminismo ed estremismo religioso è continua, quando in maniera più sottile (“Ma come siete vestite? Copritevi!”) quando, al contrario, in modo più esplicito. Ci sarà qualche discorso sull’onore (non faremo spoiler, ma tenete le orecchie ritte per il discorso “Le ragazze sono come vetro”) da far accapponare la pelle;
- È presente un arco di corruzione che molti non hanno considerato tale. Che differenza c’è tra il fare giustizia e il diventare il cattivo della situazione?
- Il finale, che gli spettatori occidentali hanno descritto come “inaspettato” e quelli medio-orientali hanno tranquillamente previsto, sarà l’ennesima lezione sui cosiddetti double standard e sulle differenze culturali.