Amsterdam recensione film di David O. Russell con Christian Bale, Margot Robbie, John David Washington, Anya Taylor-Joy, Robert De Niro, Rami Malek, Zoe Saldaña e Chris Rock
In occasione dell’uscita di Amsterdam su Disney+ il 28 dicembre, proponiamo un secondo parere sul film di David O. Russell. Qui la nostra prima recensione, dalla Festa del Cinema di Roma.
Riunire un cast stellare, assumere un direttore della fotografia tre volte premio Oscar (Emmanuel Lubezki) e spendere svariate decine di milioni di dollari (ottanta in questo caso). Ormai sembra essere una moda degli ultimi anni, ma difficilmente tale approccio ha ripagato con un film all’altezza delle aspettative. Sarà così anche per Amsterdam di David O. Russell?
Christian Bale, Margot Robbie e John David Washington – rispettivamente due soldati e un’infermiera – sono tre amici inseparabili, o quasi, intenti a risolvere il caso di un misterioso omicidio avvenuto nella New York del primo dopoguerra. La pellicola parte sostanzialmente come una commedia romantica, con un primo atto interamente dedicato alla definizione degli equilibri tra i tre; seguirà un secondo atto dalle tinte tendenzialmente investigative, per poi sfociare in un risolutivo terzo atto. Tanto da un punto di vista prettamente formale, quanto sul piano strutturale, ci troviamo di fronte ad un film piuttosto convenzionale, in cui si possono rintracciare con sorprendente precisione tutti i comodi espedienti cari al genere, che ne banalizzano inevitabilmente lo svolgimento. Anche il lavoro svolto dalla sceneggiatura nelle prime fasi della vicenda risente di un eccessiva semplificazione drammaturgica, in cui lo svolgimento emotivo dei rapporti appare poco stimolante o semplicemente noioso.
Non crediamo ci sia bisogno di evidenziare la scontata abilità di Robbie, Bale e Washington davanti alla macchina da presa, tuttavia ci dispiace osservare tale competenza concretizzarsi in una simile sequela di mediocri siparietti. Sull’altare sacrificale della banalità ecco anche le nobili performance di Anya Taylor-Joy, Michael Shannon, Rami Malek, Zoe Saldaña e persino Robert De Niro, tutti tragicamente a vestire panni di personaggi appena abbozzati, all’interno di dinamiche già scritte. Come se non bastasse, sul finale, Amsterdam tenta un’improbabile virata sulla politica, riuscendo a banalizzare ulteriormente il contenuto di una morale goffamente patriottica e penosamente consolatoria.
Ci dispiace davvero prendere atto del colossale spreco perpetrato in questa pellicola, le cui qualità sono tristemente proporzionali ai soldi investiti: è proprio in quel prezioso terreno creativo in cui occorrono idee e talento, che Amsterdam delude pesantemente le aspettative.