Animali fantastici – I segreti di Silente recensione film di David Yates con Eddie Redmayne, Jude Law, Ezra Miller, Dan Fogler, Alison Sudol e Mads Mikkelsen
Animali fantastici – I segreti di Silente arriva finalmente nei cinema. Il film, diretto da David Yates (regista anche di quattro capitoli di Harry Potter e dei precedenti capitoli di questa saga) ha avuto una produzione travagliata. Le riprese sono iniziate nel 2020 ma, a causa della pandemia di Covid-19, hanno subìto uno stop. Inoltre, occorre ricordare che, proprio all’inizio della produzione di questo terzo capitolo, è arrivato il licenziamento di Johnny Depp, interprete di Grindelwald, a causa della pubblicità negativa scaturita dalla sua causa contro la News Group Newspapers Ltd.
L’attore aveva già girato una scena del film, ma è stato sostituito da Mads Mikkelsen.
Ma eccoci qui: dopo diversi rinvii, torniamo nel magico mondo scritto da J.K. Rowling.
In questo terzo capitolo vediamo un focus particolare sul rapporto tra Silente (Jude Law) e Grindelwald (Mads Mikkelsen): i due erano legati da un rapporto molto forte e dall’ideale della supremazia dei babbani sui maghi. Silente era completamente affascinato da Grindelwald, così tanto da non capire la sua malvagità.
Ma ora ci ritroviamo nel presente e Silente ha intenzione di sconfiggerlo, ma non può farlo direttamente: i due sono legati da uno speciale patto di sangue, per il quale nessuno dei due può tradire l’altro.
Per questo, Silente forma un esercito composto da Newt Scamander (Eddie Redmayne), Jacob Kowalski (Dan Fogler), Theseus Scamander (Callum Turner), Yusuf Kama (William Nadylam) ed Eulalie Hicks (Jessica Williams).
Dall’altra parte, Grindelwald cerca di avere sempre più controllo e potere su Credence (Ezra Miller), dopo avergli rivelato la sua vera natura. Credence è, in realtà, Aurelius Silente, il fratello perduto di Albus, l’unico capace di sconfiggerlo. Ma il ragazzo è sempre più debole, poiché l’Obscurus dentro di lui è sempre più forte.
Grindelwald è sempre più potente e il suo obiettivo di prendere il controllo sui Babbani è sempre più forte. Il bene riuscirà a prevalere sul male?
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Animali fantastici – I segreti di Silente è il terzo capitolo di questa saga che, secondo le previsioni, conterà ben cinque film. Se il primo capitolo aveva funzionato come introduzione in questa nuova avventura magica, il secondo non era stato all’altezza, tra rivelazioni senza fondamento e una trama piuttosto caotica.
Ne I segreti di Silente vediamo raccontata una parte di storia introdotta nella saga letteraria di Harry Potter, quando viene esplorato il passato di Silente. Scopriamo, infatti, del suo rapporto con Grindelwald, del rapporto con suo fratello Aberforth (Richard Coyle) e del triste destino di Ariana. Si tratta di una delle parti più importanti, presente nel libro Harry Potter e i doni della morte, per inquadrare meglio il personaggio di Silente, fra luci e ombre, ingiustamente tagliata nella trasposizione cinematografica.
Non manca di certo l’avventura e l’adrenalina, fin dalla prima scena, con diversi combattimenti tra i protagonisti. Gli spettatori potranno avere una sensazione di straniamento alla vista di Mads Mikkelsen, al posto di Johnny Depp, nei panni di Grindelwald, ma il cambio di attore non viene giustificato in nessuna maniera, come se il personaggio fosse stato interpretato da Mikkelsen fin dal primo capitolo della nuova saga.
Quello che percepiamo è che è sicuramente un altro capitolo di transizione per la storia inedita di Animali fantastici: vengono chiuse certe storyline e ne vengono lasciate aperte altre per il prosieguo della saga. Risalta il tentativo di tappare i buchi del precedente episodio, che aveva lasciato più domande che risposte ai fan. Ma a colpire è ancora una volta il senso di incompiuto che percepiamo quando appaiono i titoli di coda del film.
Animali fantastici – I segreti di Silente ci mostra il primo passo di Grindelwald per poter governare il mondo, sia quello magico che babbano, ma non mostra niente di più. Le altre linee narrative appaiono solamente un mero contorno e tutte le vicende che portano al finale sembrano inserite per coprire il minutaggio della pellicola.
E forse è proprio questa la vera pecca: non c’è un crescendo, i colpi di scena sono quasi del tutto prevedibili, non c’è suspense, neanche nelle scene più adrenaliniche.
La pellicola manca totalmente di un climax nel suo svolgimento, assistiamo solamente ad una sequenza di scene nelle quali i protagonisti si cimentano, senza tuttavia contribuire veramente a qualcosa.
Ci sono comunque degli elementi positivi: anzitutto la figura di Grindelwald, studiata alla perfezione, come per marcare un parallelismo coi dittatori (reali) del mondo babbano. La storia, infatti, si svolge negli anni Trenta, quasi all’inizio della Seconda Guerra Mondiale e il conflitto che sta per scoppiare nel mondo babbano trova un dualismo nel mondo magico.
Grindelwald, a differenza di Voldemort, punta ad affascinare le platee, a sedurle, per farle passare dalla sua parte e, da criminale, diventa il leader per le folle.
Mikkelsen riesce ad interpretare perfettamente un leader, crudele e carismatico allo stesso tempo e la sua recitazione alza sicuramente la qualità della pellicola.
Un altro elemento positivo lo ritroviamo nei numerosi riferimenti alla saga originale di Harry Potter: rivediamo l’amata Hogwarts, presentata con inquadrature molto simili a quelle viste nei vecchi film. Le musiche, i dettagli e diversi riferimenti scatenano un effetto nostalgia mai pressante, che sicuramente piacerà molto ai fan.
Allo stesso tempo, Yates e la stessa Rowling (sceneggiatrice insieme a Steve Kloves) si prendono alcune licenze che si discostano dalle vicende raccontate nei libri: una tendenza già vista nei precedenti capitoli di Animali fantastici e che difficilmente piacerà ai fan.
La regia di Yates è pulita, senza fronzoli e riprende lo stile dei vecchi capitoli della saga di Harry Potter, conquistandoci maggiormente rispetto a I crimini di Grindelwald. Ottimo l’inserimento degli “animali fantastici”, stavolta più presenti, con qualche siparietto comico che s’inserisce perfettamente nella narrazione.
Il paragone coi due capitoli precedenti è quasi obbligato: il primo capitolo ci aveva riportato nel magico mondo di Harry Potter, introducendo il dolce personaggio di Newt Scamander (qui, quasi evanescente). Il secondo capitolo è stato quasi del tutto un disastro, sia a livello registico che per quanto riguarda la narrazione.
Animali fantastici – I segreti di Silente cerca di mettere una toppa al capitolo precedente e, per questo, pasticcia un po’ troppo con la narrazione. Lodevole l’intento di mostrare un lato della storia di Silente inedito per chi non ha letto i libri, e tornare ad Hogwarts è sempre piacevole, ma una maggiore cura e funzionalità nella sceneggiatura avrebbe giovato alla pellicola, che così rimane piuttosto inconcludente.
L’unica cosa che ci rimane è sperare in meglio per i successivi capitoli, per dare una degna conclusione alla saga di Animali fantastici che, per ora, non si avvicina neanche lontanamente all’originale.