Antebellum

Antebellum recensione film di Christoper Renz e Gerard Bush con Janaelle Monáe [Amazon Prime Video]

Antebellum recensione film di Christoper Renz e Gerard Bush con Janaelle Monáe, Eric Lange, Jena Malone, Jack Huston, Kiersey Clemons e Lily Cowles

Ci si è così abituati alla sciatteria formale (nei film come altrove) che a volte non si vede il rigore e si trascura la confezione abbandonandosi ad una visione acritica, contemplando solo quanto un’opera possa prendere “di pancia”.
Antebellum si apre invece con un raffinatissimo piano sequenza anche abbastanza lungo, tanto perfetto e ardito che dopo quei primi cinque (5!) minuti si dimentica anche di aver iniziato un film che dichiara i suoi intenti in maniera chiara e intelligente fin dall’inizio con una potenza tecnica non indifferente: l’opera prima di Bush e Renz invece cerca, per tutte le sue quasi due ore di durata, di trattenere un rigore formale senza dimenticare la sostanza. Che è quella di un thriller/horror profondamente figlio del suo tempo ma forse proprio per – o nonostante – questo diventa eterno: non per niente, prima ancora del titolo c’è una frase di Faulkner, “il passato non muore mai; non è neanche passato”.

Vietato raccontare qualcosa della trama, perché Antebellum è uno di quei giochi ad incastro nei quali solo il finale fa capire l’incipit, ma senza per questo ridursi ad un arzigogolo fine a se stesso o ad un semplice meccanismo narrativo. Ed è proprio per questa sua compattezza che il film dei due registi esordienti è vincente, oltre che essere uno di quei film che nel nefasto 2020 avrebbe meritato una visione in sala, su un grande schermo.

Janelle Monáe
Janelle Monáe (Credits: Matt Kennedy/Eagle Pictures)
Janelle Monáe e Kiersey Clemons
Janelle Monáe e Kiersey Clemons (Credits: Matt Kennedy/Eagle Pictures)

L’impianto visivo è abbacinante: un film in costume, sì, ma con una cura maniacale dei dettagli e una messa in scena grandiosa, sempre sotto stretta osservanza degli autori, un gioco di specchi che fa coincidere mirabilmente contenuto e contenitore. Perché se il passato non muore mai, quello che viviamo non è il presente ma un adesso perenne, unito profondamente a tutto quello che lo ha preceduto e che gli succederà.

Bush e Renz trovano la chiave d’accesso per rendere il concept anche al cinema, dividendo la storia in tre parti distinte ma confondendo lo spettatore sulla loro collocazione cronologica e geografica, giocando abilmente con il canone drammaturgico riuscendo quindi a non mentire mai ma senza dire la verità.

Janelle Monáe, Lily Cowles e Gabourey Sidibe
Janelle Monáe, Lily Cowles e Gabourey Sidibe (Credits: Matt Kennedy/Eagle Pictures)
Antebellum recensione film con Janaelle Monáe
Janelle Monáe e Kiersey Clemons (Credits: Matt Kennedy/Eagle Pictures)

Ovvio che il Black Lives Matter è un presupposto fondamentale: ma i due registi sanno bene quanto il discorso sia importante e quanto sarebbe banalizzato ad essere trattato come “il problema attuale che attanaglia i social”, e allora ci costruiscono intorno una storia oscura e inquietante che, per gli spettatori più attenti, dissemina indizi qua e là, dagli oggetti di scena fino alle inquadrature, creando un’atmosfera di minaccia incombente, un continuo sospeso, specchiando la trama nei suoi stessi risvolti ammiccando ad altri film (principalmente Shyamalan, da The Village a The Sixth Sense), aiutati da un commento musicale forse fin troppo presente ma imponente.

E allora Antebellum, mentre si disvela nel suo essere una allegoria letterale, brutale ed immediata, diventa un monito: a non cullarsi nelle proprie certezze, e a non considerare il Male passato già passato, svelandosi anche nel piccolo schermo casalingo con la sua straordinaria forza critica, intrigante, appassionante e profondamente politico. E sempre urgente.

Sintesi

Allegoria letterale, brutale ed immediata, dalla straordinaria forza critica, Antebellum è un'opera intrigante, appassionante e profondamente politica, impreziosita da un impianto visivo abbacinante costruito dai registi Gerard Bush e Christoper Renz attraverso una cura maniacale dei dettagli e una messa in scena grandiosa.

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