Antidisturbios recensione miniserie TV di Rodrigo Sorogoyen e Isabel Peña con Vicky Luengo, Raúl Arévalo e Álex García al Torino Film Festival 38
Sono stati presentati al Torino Film Festival 2020 i primi due episodi della serie tv spagnola Antidisturbios, creata da Isabel Peña e Rodrigo Sorogoyen. La serie è stata lodata da critica e pubblico in patria, mentre le forze dell’ordine l’hanno aspramente criticata.
L’inizio mostra la vita quotidiana di una squadra di sei poliziotti dell’antisommossa che effettua un complicato sfratto nel centro di Madrid. Lo sgombero si complica e accade una tragedia: un uomo muore durante l’operazione.
Gli Affari Interni vengono chiamati a indagare sui fatti di fronte ai quali gli agenti saranno tenuti a rispondere delle accuse che, se provate, porteranno a gravi conseguenze. Laia, una degli agenti degli Interni, si appassiona al caso e cerca di scoprire se, oltre quello sfortunato sfratto, c’è di più.
Sei episodi come i membri del gruppo e ognuno ha come titolo il nome di uno degli agenti. Verrà approfondita la psicologia di ciascuno dei personaggi coinvolti, congiuntamente alle indagini sull’incidente da parte delle forze interne. Sebbene porti il titolo di Antidisturbios (Antisommossa) il punto di vista più importante è quello della metodica poliziotta, interpretata in modo eccellente dall’attrice Vicky Luengo.
La miniserie spicca grazie a una sceneggiatura solida e anche al cast magistrale di attori: Hovik Keuchkerian (il capo della missione), Raúl Arévalo e Roberto Álamo. Tutti i protagonisti vengono sottoposti a grandi pressioni, interne ed esterne, con alti picchi di stress. Devono adattarsi nel miglior modo possibile al sistema perverso e marcio di cui fanno comunque parte, dove ciascuno si confronterà o si ribellerà a modo suo, tenendo conto della propria moralità ed etica.
Nella storia il bene e il male non vengono rappresentati in modo convenzionale, i personaggi vengono plasmati in modo diretto senza cadere nelle semplificazioni. La regia gioca con il “dentro” e il “fuori”, con le luci e le ombre ed i primi piani, seguendo perfettamente la trama. Con questa rappresentazione visiva lo spettatore si trova immerso nella squadra, come se fosse un agente in più in azione.
Sorogoyen sembra divertirsi a girare dentro quel furgone pieno di testosterone e cameratismo maschile. Sono tutti altezzosi e nervosi nelle scene di gruppo e durante le missioni ma, all’interno della propria intimità, mostrano le loro debolezze.
La serie è adrenalina pura (soprattutto il preludio), congiunge azione e crime senza mai trascurare la personalità dei suoi personaggi. Mette in scena, con buon ritmo, conversazioni vivaci e realistiche.
Nonostante la visione “ristretta” al Torino Film Festival, la serie fa intravedere una qualità e una capacità avvincente di tutto rispetto, accrescendo l’aspettativa per la pronta distribuzione in Italia.
Controverso, crudo e incredibilmente cinematografico. Questo è Antidisturbios.