Ascoltati recensione film di Andrea Recchia con Andrea Baldazzi, Lorenzo Boesso, Martina Sacchetti e Antonio Pezzoli al Ravenna Nightmare Film Festival
In Frequency – Il futuro è in ascolto (2000) un agente di polizia riusciva a mettersi in contatto, attraverso una vecchia ricetrasmittente, con il padre morto in un incendio. Sorte simile per Caterina Astengo (Margherita Buy), che ne La scoperta dell’alba (2013) dialogava al telefono con la se stessa dodicenne per far luce sulla misteriosa scomparsa del padre, avvenuta negli anni ’80. Forzare i limiti fisici della comunicazione per raggiungere l’irraggiungibile, oltrepassando le barriere della morte. Ascoltati, film super low budget diretto da Andrea Recchia e presentato in anteprima nella sezione “Showcase Emilia-Romagna” del Ravenna Nightmare Film Festival, parte da questo spunto, dal bisogno di trovare una via per entrare nel cuore delle persone e per esprimere le proprie emozioni.
Il protagonista, che si chiama Andrea come il regista (forse un alter ego?), riceve la terribile notizia della morte della madre, sprofondando ancora di più nella depressione. Il dolore è infatti acuito dal non aver mai avuto il coraggio di dirle quanto le voleva bene, di comunicarle il suo amore. Consultatosi con l’amico di infanzia Leonardo, ha un’intuizione: ascoltare se stesso e trovare la giusta frequenza, grazie ad un’antenna amatoriale, per parlare nuovamente con la madre.
Ascoltati prova a rappresentare il caos della società lavorando in sottrazione. Poca azione, personaggi limitati e definiti, ambienti circostanziati e inquadrati con una scelta stilistica che fa molto avanguardia. È un film in cui pesa inevitabilmente la mancanza di mezzi, nonostante il regista faccia di tutto per mascherarla con una messa in scena senza fronzoli, basilare. Si avverte, infatti, un’urgenza comunicativa, la necessità di usare il cinema quasi fosse una terapia, andando a scandagliare tematiche profonde che sono molto sentite dalla generazione dei trenta-quarantenni.
Purtroppo, lo sguardo non è pero sempre a fuoco. Dopo un incipit in cui veniamo catapultati nel mondo ossessionante di Andrea, funzionale alla rappresentazione della sua progressiva “fuga dalla realtà”, Ascoltati apre qualche parentesi di troppo. Il rapporto tra l’amico Leonardo e il padre si mangia buona parte della sezione centrale, così come non viene invece riservato il giusto spazio all’evoluzione dell’elaborazione del lutto del protagonista.
Il problema non è tanto nella scrittura, che presenta dei dialoghi con una certa intensità emotiva, quanto nella trasposizione difficoltosa di quanto messo su carta, un po’ per i limiti evidenti di mezzi, un po’ per la recitazione troppo sotto le righe degli attori, probabilmente più a loro agio in un teatro che non davanti a una macchina da presa. Tutto questo porta a un progressivo (e generale) disinteresse per la seconda parte del film, quella della ricerca, che evita con intelligenza la trappola di una soluzione fantastica e si mantiene fedele allo spirito del racconto. Mancano dei veri picchi emotivi, dei momenti in cui si riesca a entrare in empatia col personaggio, con la sua sofferenza, col suo sentirsi al di fuori del mondo.
Ascoltati è un film che ha buone intenzioni ma non riesce a mantenerle. Una riflessione sul vuoto che ci circonda che non arriva a raggiungere pienamente il significato di quello che vorrebbe dire. Se non altro, però, c’è l’ambizione di provare a smarcarsi dalla produzione con lo stampino di molto cinema contemporaneo, indipendente e non. Con queste basi, il regista Andrea Recchia, magari con un budget più consono, potrebbe in futuro riuscire realmente a centrare il suo obiettivo. Al momento, mancano ancora dei passi importanti.