Barbie recensione film di Greta Gerwig con Margot Robbie, Ryan Gosling, America Ferrera, Kate McKinnon, Issa Rae, Rhea Perlman, Michael Cera, Simu Liu, Kingsley Ben-Adir e Will Ferrell
Il complesso progetto di Barbie è stato caratterizzato da numerosi ostacoli che ne hanno rallentato la realizzazione per svariati motivi. Sebbene annunciato quasi dieci anni fa, nel tempo ha subito una serie di cambiamenti significativi, sia nel ruolo del regista che nell’attrice protagonista.
Finalmente, dopo una lunga attesa, la celebre bambola prende vita nel nuovo film diretto da Greta Gerwig, che ha lavorato insieme a Noah Baumbach alla stesura della sceneggiatura.
La trama principale è piuttosto lineare: la radiosa vita di Barbie viene stravolta quando scopre che non può spostarsi “volando” da un posto all’altro, che la doccia è fredda e che le è difficile camminare con eleganza sui tacchi. Inoltre inizia ad interrogarsi sul concetto della morte.
Man mano che sviluppa una maggiore umanità, si allontana sempre più dall’essere una semplice bambola. A causa della sua incapacità di raggiungere la perfezione richiesta, viene invitata a lasciare Barbieland per andare nel mondo reale. Quindi abbandona per la prima volta il suo universo colorato e si avventura in quello degli umani, accompagnata dal fedele e inseparabile Ken.
Durante questo movimentato viaggio, la protagonista, immersa in una profonda crisi di identità, si mette alla ricerca delle risposte a tutte le domande che la tormentano.
La Gerwig si è affermata come regista di talento nel creare personaggi femminili complessi e storie autentiche che affrontano tematiche sociali e personali, conquistando in questo una solida reputazione.
Tali argomenti possono essere introdotti anche nel mondo di Barbie, che ha sempre promosso l’idea che le donne possono diventare ciò che desiderano: dalla dottoressa all’atleta, dalla scienziata all’imprenditrice.
La bambola, nel corso degli anni, si è dimostrata in grado di cavalcare i cambiamenti sociali, cercando di rappresentare in modo più inclusivo la diversità di razza e di background culturale.
Ogni membro del cast contribuisce con il proprio talento e carisma, con le loro interpretazioni, danno vita ai personaggi in modo convincente e coinvolgente. Margot Robbie risplende in modo fantastico e commovente mentre Ryan Gosling, nel ruolo dell’eterno fidanzato Ken, strappa il maggior numero di risate. È evidente che sono nati per interpretare questi personaggi.
Ci sono voluti anni prima che il progetto Barbie venisse alla luce, ma l’attesa è stata ampiamente ripagata. Il lavoro dedicato ai costumi e alla scenografia è di altissima qualità, ogni dettaglio è curato con estrema precisione. Questo impegno fa immergere completamente lo spettatore nell’incantevole mondo rosa riflesso sullo schermo.
L’atmosfera avvolgente degli ambienti si fonde armoniosamente con la trama e i personaggi, creando una sinergia unica che aggiunge un ulteriore livello di profondità e bellezza visiva al film.
Fin dagli anni ’60, Barbie è una delle bambole più amate e popolari al mondo, portando con sé un significato personale, speciale e soggettivo per ognuno di noi. Attraverso lei abbiamo esplorato il meraviglioso mondo della moda, creato racconti ed avventure affascinanti, l’abbiamo vestita e pettinata innumerevoli volte.
Con la sua vasta gamma di abiti e accessori ci ha spronato a intraprendere innumerevoli carriere. Ci siamo trasformate in stiliste, ballerine, cantanti o professoresse e ciò ha arricchito le nostre esperienze di gioco, creando storie uniche e indimenticabili, stimolando la nostra creatività e immaginazione. Abbiamo imparato che le scelte sono illimitate e che possiamo realizzare i nostri sogni, indipendentemente da ciò che ci si aspetta da noi.
La contrapposizione dei due mondi è lo strumento per evidenziare le disuguaglianze di genere e le limitazioni imposte alle donne nella società contemporanea. Mentre il mondo incantato rappresenta un ambiente di potere e di successo per Barbie, in quello reale le donne affrontano spesso barriere strutturali e discriminazioni.
Attraverso la sua visione artistica, la regista ci incoraggia ad esaminare con occhio critico i modelli e gli ideali presentati nei media, spingendoci a desiderare un mondo reale caratterizzato da maggiore equità e inclusione.
Barbie diviene quindi non mero intrattenimento, ma strumento per una critica sociale e culturale puntuale e pungente.
In Barbieland tutto sembra prender vita. Un luogo in cui la fantasia si materializza promuovendo valori positivi come la creatività e l’accettazione di se stessi. Il mondo reale invece è complesso, squilibrato, caratterizzato da una vasta gamma di ostacoli e disuguaglianze.