Being the Ricardos recensione film di Aaron Sorkin con Nicole Kidman, Javier Bardem, J.K. Simmons, Nina Arianda, Tony Hale, Alia Shawkat e Jake Lacy
Arriva direttamente in streaming su Amazon Prime Video il biopic Being the Ricardos, l’ultima fatica di Aaron Sorkin. La sceneggiatura rivela la peculiare verve artistica sorkiniana e lo sguardo cade inevitabilmente sulla bellezza incondizionata di Lucille Ball: alta, il blu intenso che colora i suoi bellissimi occhi, capelli rossi raccolti nella messa in piega impeccabile con Nicole Kidman che, in versione pin-up, ci mette tutta se stessa per raccontare la regina delle sitcom televisive.
Ci sono tutte le premesse per un grande capolavoro, eppure qualcosa sfugge di mano. O di penna, è il caso di scrivere.
C’è una sottile linea di confine invalicabile che separa il suscitare empatia per i personaggi dalla messinscena funzionale alla storia. Abbiamo un’ottima interpretazione del personaggio principale, e di bravura la Kidman ne ha da vendere nella sua vistosa trasformazione con un viso che sembra più dipinto che veritiero, ma anche un racconto che sembra trascurare il coinvolgimento emotivo di chi, invece, vuole simpatizzare per Lucille, provare insieme a lei le sue stesse sensazioni e combattere la lotta a favore del femminismo culturale. E perché no, anche televisivo.
Non si va contro lo script. Quello fila benissimo seppur nei suoi alti e bassi. E non si nasconde certo la volontà di far rivivere la storia di due grandi star della televisione americana, Lucille Ball (Nicole Kidman) e Desi Arnaz (Javier Bardem).
Tuttavia, la penna di Sorkin scrive un racconto diverso, fatto più di lati oscuri segreti che di lati lucenti conosciuti e sulla bocca di tutti della Lucille diva indiscussa. Il gioco del disseminare scene a mo’ di documentario lungo tutta la storia fa sì scoprire la personalità di Lucy – diventata famosa in America per la popolare sitcom Lucy ed io dopo la porta in faccia da parte di RKO -, attraverso lo sguardo perfezionista di chi sa cosa vuole e come lo vuole, ma al contempo la pellicola ruota attorno all’unico concetto che per quasi due ore di visione richiama l’attenzione: Lucille ha barrato la casella sbagliata molto tempo fa, il suo nome è tacciato di comunismo.
Notizia scandalo che riempie tutti i giornali, e uno in particolare con un titolo in rosso a caratteri cubitali. E quella parte di vita della regina televisiva che viene proiettata passa in secondo piano. Carpire la sua virtù è un tentativo che va a buon fine, anche con una cinepresa che inquadra Lucille e Desi dietro i riflettori, quando l’affascinante Lucy voleva solo una famiglia e un marito che l’amasse così com’era.
Bravissimi ed in parte i due protagonisti, anche se Javier Bardem appare credibile soprattutto quando suona la sua chitarra melodica ai cabaret del bar rispetto. Sarà l’aria spagnola che lo aiuta nel suo personaggio cubano che dedica anima e corpo al futuro della moglie. Forse più l’anima che il corpo.
Lo slancio artistico del regista di Molly’s Game e Il processo ai Chicago 7 c’è ed è evidente, anche nell’utilizzo del bianco e nero fatto per riportar(ci) indietro in quegli anni e far(ci) ridere, ma dallo sceneggiatore premio Oscar di The Social Network ci aspettavamo un maggiore coinvolgimento emotivo. Se Being the Ricardos sia il suo film migliore da regista, è tutto da dimostrare.