Benjamin Voisin: intervista al nuovo talento del cinema francese vincitore del Premio Lumière, protagonista di Illusioni perdute, Estate ’85 e Il ballo delle pazze
Dal 30 dicembre è al cinema Illusioni perdute – la recensione – film diretto da Xavier Giannoli con Benjamin Voisin, Vincent Lacoste, Xavier Dolan, Gérard Depardieu, Cécile de France e Salomé Dewaels.
Abbiamo intervistato Benjamin Voisin in un giorno soleggiato di dicembre, dopo essere rimasti incantati da Illusioni perdute, all’interno del quale tutto converge verso la realizzazione di una commedia umana tra splendore e miseria.
Attore giovanissimo nato e cresciuto a Parigi, Benjamin Voisin è stato candidato al Premio César e ha vinto il Premio Lumière per la migliore promessa maschile nel 2021 grazie all’interpretazione di David Gorman in Estate ’85. Sotto la regia di Giannoli, Voisin interpreta Lucien, un giovane poeta che si trasferisce a Parigi all’inizio del XIX secolo per seguire la donna amata e il sogno di pubblicare i suoi scritti. Arrivati nella capitale, tuttavia, i due amanti vengono coinvolti negli intrighi della nobiltà e della borghesia parigina. Tra sostenitori della monarchia e liberali, Lucien verrà coinvolto nelle macchinazioni di un mondo empio e la sua penna diventerà una delle più influenti di Parigi, ma il successo e la ricchezza richiedono sempre un prezzo.
Intervista a Benjamin Voisin, protagonista di Illusioni perdute
Cosa puoi dirci della tua scelta di interpretare il personaggio di Lucien?
Benjamin Voisin: Trovo molto importante interpretare il ruolo – e mi era già successo in passato – di un giovane di provincia che sceglie di trasferirsi in città. Credo sia molto importante che il cinema rivolga l’attenzione a queste persone; che vi siano storie che vedano loro come protagoniste. È un modo per richiamarli al cinema. Andare in sala diventa sempre più raro, specialmente nelle zone di provincia, invece, è un momento di condivisione importante. L’emozione che deriva dal recarsi in sala non è semplicemente un’esperienza cinematografica, ma diventa parte della vita in generale, aiuta a rilasciare le tensioni, a vivere delle emozioni che tante volte comprimiamo dentro di noi.
Tutti i personaggi presenti nel lungometraggio di Xavier Giannoli si muovono come in una coreografia, ogni movimento, anche il più piccolo, assume un senso semantico. I costumi hanno aiutato la messa in scena? È stata la prima volta che hai lavorato sul set di un film in costume, com’è stato?
Benjamin Voisin: È così facile lavorare, interpretare un personaggio, quando indossi un costume, è la cosa più divertente per un attore. Quando indossi vestiti contemporanei vi è sempre quella sensazione di interpretare se stessi, mentre lavorare sul set di un film in costume rende più facile il lavoro stesso. I movimenti dei corpi cambiano per adattarsi ai costumi indossati, ad esempio le camicie che indosso all’interno del film hanno delle maniche molto lunghe e ampie, gli stivali, le giacche, indossare questi capi ti aiuta a diventare il tuo personaggio.
Illusioni perdute racconta l’ascesa e la discesa di Lucien, metafora di tutti coloro alla ricerca del proprio posto nel mondo con ambizione e senza voler cedere ai compromessi di un mondo cinico.
Com’è stato interpretare un personaggio travolto da questi meccanismi di potere nascosti dietro la produzione artistica?
Benjamin Voisin: È un film così complesso, noi attori durante la realizzazione del film non ci eravamo effettivamente resi conto della grande stratificazione che esisteva a livello di significato e di riflessione sull’arte. È stato uno shock scoprirlo alla prima visione del film.
Dopo aver visto il film, qual è, secondo la tua prospettiva di giovane artista, l’insegnamento che possiamo ancora cogliere dall’opera di Balzac sul mondo dell’arte?
Benjamin Voisin: L’indifferenza verso i sostenitori e i detrattori di un’opera, io sto al gioco, ma questo mi tange relativamente. Penso che il mio punto di vista sia lo stesso esposto da Coraline (Salomé Dewaels) nel film, l’importante è fare delle belle cose. In quanto attore questo è il lusso che mi posso permettere, fare arte.